Africa, migliorata la difesa ambientale affidando le riserve ai privati

Roma – La gestione di aree ambientali protette in Africa da parte dal gigante privato African Parks ha ridotto il bracconaggio degli elefanti del 35 per cento, aumentato l’abbondanza di uccelli del 37 per cento e aumentato il turismo. Tuttavia, la gestione di African Parks ha aumentato il rischio che gruppi armati prendano di mira i civili nelle aree protette e nei dintorni. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). La ricerca ha valutato come la gestione privata delle aree protette in Africa abbia influito sulla fauna selvatica e sulle persone. In tutta l’Africa, i governi stanno delegando sempre più la gestione delle aree protette a organizzazioni non governative (ONG) private, ma le conseguenze di questa pratica non sono chiare. Gli autori dello studio hanno utilizzato set di dati disponibili al pubblico e crowdsourcing per valutare come la gestione privata delle aree protette influisce sulla fauna selvatica, sul turismo e sulla sicurezza in determinate aree protette in Africa e nei dintorni tra il 2003 e il 2021. Gli autori hanno confrontato i cambiamenti nei risultati nelle aree gestite dal governo con i cambiamenti nei risultati nelle aree protette per le quali la gestione è stata trasferita ad African Parks, il più grande gestore privato di aree protette in Africa. I risultati di difesa ambientale hanno decisamente premiato il settore privato. A fronte di questi numeri è però aumentato il rischio che gruppi armati prendano di mira i civili nelle aree protette e nei dintorni. Sebbene fosse limitato a un sottoinsieme di aree protette, il rischio aumentato rappresentato dai gruppi armati potrebbe essere dovuto agli sforzi intensificati di monitoraggio e applicazione delle leggi da parte di African Parks. (30science.com)