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Science: elaborata la mappa delle fonti di inquinamento a Los Angeles

(20 Giugno 2024)

Roma – Le fonti biogeniche di composti organici volatili (COV), associate alla presenza di alberi in fiore e piante in crescita, sembrano dominare la formazione di inquinanti atmosferici estivi a Los Angeles, in un modo che aumenta con la temperatura. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Berkeley. Il team, guidato da Eva Y. Pfannerstill e Allen H. Goldstein, ha esaminato le fonti di COV e aerosol organici secondari (SOA) utilizzando misurazioni del flusso aereo per mappare direttamente le emissioni sulla città di Los Angeles. Grazie alla spettrometria di massa, gli studiosi hanno individuato oltre 400 specie di composti organici volatili provenienti da fonti biogeniche e antropiche. L’inquinamento atmosferico ambientale, spiegano gli esperti, rappresenta il quarto rischio sanitario globale, provocando circa 4,2 milioni di decessi prematuri ogni anno. Gli inquinanti principali includono il particolato fine (PM2,5) e l’ozono troposferico. Nonostante i progressi nella riduzione delle emissioni di COV associate al settore automobilistico, le concentrazioni di questi inquinanti sono rimaste elevate, anche a causa della presenza di altre fonti, come prodotti chimici e impianti industriali. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha scoperto che le emissioni dipendenti dalla temperatura stanno determinando l’inquinamento da ozono e da aerosol organico secondario a Los Angeles, con circa il 60 per cento delle sostanze derivanti da reazioni collegate alla presenza di piante da fiore e specie vegetali soggette a stress da calore e siccità. Stando a quanto emerge dall’indagine, inoltre, solo il 40 per cento delle emissioni di COV urbane possono essere mitigate da normative. Questi risultati, commentano gli studiosi, evidenziano che il cambiamento climatico potrebbe aumentare gli eventi di inquinamento atmosferico urbano, specialmente se le emissioni di origine antropica non verranno ridotte in modo significativo. Ridurre le emissioni di COV di origine antropica nelle giornate caratterizzate da temperature elevate, osservano gli scienziati, è fondamentale, dato che le emissioni biogene aumentano durante la fioritura, e lo stress e la siccità non possono essere influenzate. “Questo lavoro – commenta in una prospettiva correlata Thomas Karl, dell’Università di Innsbruck – apre una nuova frontiera per il miglioramento e la verifica delle mappe delle emissioni risolte spazialmente, che costituiscono la base per ogni sistema previsionale della qualità aerea”. (30science.com)

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