Lucrezia Parpaglioni

Global Change Biology: il riscaldamento dell’Artico apre le porte all’espansione dei salmoni

(6 Giugno 2024)

Roma – Il riscaldamento delle temperature oceaniche è associato a una maggiore abbondanza di salmoni del Pacifico nell’Artico canadese, un indicatore del fatto che il cambiamento climatico sta creando nuovi corridoi per l’espansione del loro areale. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori della Fisheries and Oceans Canada e dell’Università dell’Alaska Fairbanks, in collaborazione con le comunità dell’Artico canadese occidentale, descritto su Global Change Biology. Storicamente i salmoni non sono mai stati presenti in gran numero nell’Oceano Artico e nei suoi bacini idrografici, ma negli ultimi anni le catture accidentali da parte dei pescatori sono notevolmente aumentate. Gli scienziati hanno collegato questi boom di salmoni con una sequenza di condizioni calde e prive di ghiaccio nell’Oceano Artico a nord dell’Alaska. Lo studio ha stabilito che la presenza di salmoni nell’Artico canadese è legata a un meccanismo articolato in due parti. Le condizioni calde della tarda primavera nel Mare di Chukchi, a nord-ovest dell’Alaska, hanno attirato i salmoni nell’Artico. Quando queste condizioni calde persistevano nel Mare di Beaufort, a nord-est dell’Alaska, i salmoni potevano proseguire verso il Canada. Confrontando i dati satellitari della National Oceanic and Atmospheric Administration, a partire dal 2000, con i tassi di cattura dei salmoni, gli scienziati hanno trovato una correlazione tra l’abbondanza dei salmoni e le condizioni oceaniche che hanno favorito il loro spostamento verso l’Artico. “È necessario che entrambe le porte siano aperte, il che è affascinante di per sé”, ha dichiarato Curry Cunningham, professore associato presso il College of Fisheries and Ocean Sciences dell’UAF. “Se non si allineano in termini di acque aperte e libere dai ghiacci, i salmoni non girano l’angolo”, ha continuato Cunningham. Le comunità indigene dell’Artico canadese hanno monitorato le catture accidentali di salmoni con il Fisheries and Oceans Canada, nell’ambito dell’Arctic Salmon Program. Per più di 20 anni, i salmoni catturati al di fuori del loro areale tipico sono stati registrati dai pescatori di sussistenza che si dedicano ad altre specie artiche, tra cui Dolly Varden e salmerino alpino. I salmoni chum e sockeye sono stati le specie più catturate, seguite dal salmone rosa. Queste catture sono in gran parte coerenti con le ricerche precedenti che hanno dimostrato che chum e sockeye hanno una maggiore tolleranza alle temperature fredde rispetto ad altri salmoni, che consente loro di passare più facilmente alle acque artiche. “Questa espansione preoccupa e aiuta davvero a rispondere ad alcune domande dei membri della comunità sul cambiamento della biodiversità e sulla sussistenza e su come nutrire le loro famiglie”, ha detto Karen Dunmall, ricercatrice presso Fisheries and Oceans Canada e coautrice dello studio. “Alcuni anni c’erano i salmoni, altri no”, ha proseguito Dunmall. “Nessuno voleva davvero i salmoni, ma tutti volevano sapere cosa stesse succedendo”, ha aggiunto Dunmall. Frankie Dillon, un pescatore indigeno che aiuta a condurre indagini sulla fauna ittica per Fisheries and Oceans Canada, ricorda di aver visto il suo primo salmone intorno al 2010 sul fiume Big Fish, nello Yukon settentrionale, mentre etichettava i Dolly Varden. A quel tempo, i salmoni erano così rari nella regione che non sapeva cosa stesse guardando. “Dovevo chiedermi: ‘Che tipo di pesce era?’”, ha raccontato Dillon in merito al salmone chum. “È la prima volta che lo vedo in vita mia; li avevo visti solo in televisione”, ha commentato Dillon. Gli avvistamenti di salmoni sono diventati più frequenti negli anni successivi e i modelli climatici prevedono che le condizioni che permettono ai salmoni di migrare attraverso i mari di Chukchi e Beaufort aumenteranno già nel 2040. “Sebbene lo studio si sia concentrato sul Canada occidentale, i cambiamenti climatici stanno sicuramente causando l’espansione dell’areale in tutta la regione”, hanno affermato i ricercatori. “Non è che questi pesci stiano tutti saltando l’Alaska e si stiano dirigendo verso il Canada”, ha affermato Joe Langan, che ha co-diretto il progetto come borsista post-dottorato dell’UAF. “Alcuni di questi salmoni stanno finendo anche sul North Slope dell’Alaska”, ha aggiunto Langan. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.