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Terremoti: se allarme arriva su smartphone, invece di proteggerci, restiamo incollati agli schermi

(21 Maggio 2024)

Roma – Pochi secondi di preavviso in caso di terremoto possono fare la differenza tra la vita e la morte. Eppure, nonostante gli sforzi per arrivare a creare un sistema di allerta rapido dell’arrivo imminente di una scossa sismica, quando la notifica suona sul telefonino, la gran parte delle persone, invece di scappare e di mettersi al sicuro, resta incollata allo schermo in attesa di ulteriori informazioni. Sono questi i comportamenti rilevati in Giappone, dove esiste un sistema di allerta rapido contro i terremoti, rilevato da un gruppo di ricercatori guidati da professor Kazuya Nakayachi della Facoltà di Psicologia, Università di Doshisha e descritti in un articolo pubblicato sulla rivista  Journal of Disaster Risk Reduction.

I telefoni cellulari sono diventati preziosi per ricevere avvisi di emergenza come avvisi meteorologici, avvisi di evacuazione e notifiche di persone scomparse. In Giappone, dove i terremoti sono frequenti, sono fondamentali per fornire avvisi di terremoti e consigliare alle persone di intraprendere azioni protettive in anticipo. Per far fronte tempestivamente a tali situazioni, il sistema Earthquake Early Warning (EEW) invia notifiche alle aree in cui si prevede che si verifichino forti terremoti, rilevando le onde sismiche primarie (onde P) che arrivano prima delle onde secondarie (onde S). Tuttavia, il breve tempo che intercorre tra la ricezione della notifica e l’arrivo delle onde S richiede una risposta immediata da parte delle persone nelle aree colpite.

“I progettisti del sistema di informazione sui disastri – spiega Nakayachi – presuppongono che coloro che ricevono un avviso di emergenza intraprenderanno immediatamente azioni protettive, ma questo è raramente il caso caso. Le persone restano ferme a guardare gli schermi dei loro cellulari mentre ricevono l’avviso”. Sondaggi condotti in Giappone hanno rilevato che, nonostante gli avvertimenti anticipati, le persone non riescono a intraprendere azioni protettive.

Per determinare perché le persone potrebbero non agire dopo aver ricevuto tali avvisi tramite telefoni cellulari, il Prof. Nakayachi, insieme al Dr. Ryosuke Yokoi dell’Università Tachibana di Kyoto e al Dr. James Goltz dell’Università di Kyoto, hanno condotto due sondaggi, esaminando le risposte delle persone immediatamente dopo aver ricevuto gli avvisi EEW sui loro telefoni cellulari tra il 2021 e il 2023. I loro risultati, pubblicati online sull’International Journal of Disaster Risk Reduction , mirano a migliorare l’efficacia degli allarmi EEW per ridurre il rischio di lesioni o vittime durante i terremoti.

I ricercatori hanno raccolto le risposte dei partecipanti colpiti dal terremoto di magnitudo 6.0 nella prefettura di Chiba, avvenuto il 1 ottobre 2021, e dal terremoto di magnitudo 6.3 nella prefettura di Ishikawa il 5 maggio 2023. Per determinare le reazioni iniziali agli allarmi, i partecipanti sono stati ha posto la seguente domanda: “Quando hai ricevuto l’avviso EEW sul tuo cellulare, cosa hai fatto prima e cosa hai fatto dopo?”

Dei 3000 partecipanti che hanno vissuto il terremoto di Chiba, circa il 34% ha affermato che la loro prima reazione è stata quella di prestare attenzione al proprio cellulare ascoltando l’allarme o controllando lo schermo. Degli 829 partecipanti che hanno controllato lo schermo del telefono come prima reazione, solo 51 partecipanti hanno affermato di aver adottato misure protettive come seconda reazione. Ma il 36% dei partecipanti ha affermato di non aver intrapreso alcuna azione dopo aver ricevuto l’avviso. Invece, hanno aspettato che iniziassero le scosse e sono rimasti immobili. Solo il 7% ha adottato misure immediate per proteggersi e il 10% ha indicato le azioni protettive come seconda risposta.

Reazioni simili sono state osservate nel gruppo della prefettura di Ishikawa. Su 1.000 risposte, il 46% dei partecipanti ha riferito di prestare attenzione al proprio cellulare come prima reazione, mentre solo 20 partecipanti hanno adottato misure protettive come seconda reazione. Inoltre, il 30-40% dei partecipanti non ha intrapreso alcuna azione protettiva e meno del 10% ha agito immediatamente dopo aver ricevuto l’allarme EEW. I risultati suggeriscono che l’allarme MER è stato inefficace nel sollecitare la risposta prevista da parte dei destinatari.

Per affrontare questo problema, i ricercatori suggeriscono tre misure. In primo luogo, per evitare che le persone perdano tempo inutilmente guardando i loro telefoni per ottenere ulteriori informazioni, propongono di condurre esercitazioni di emergenza a livello nazionale per addestrare le persone a reagire immediatamente quando le persone ricevono avvisi EEW sui loro telefoni. In secondo luogo, raccomandano di mantenere un ambiente sicuro a casa, al lavoro e a scuola, fissando i mobili e conservando oggetti pesanti vicino al suolo. Ciò può aiutare a proteggere le persone quando è difficile intraprendere azioni di protezione durante un terremoto. Infine, i ricercatori suggeriscono che l’aggiunta di istruzioni chiare come “proteggiti adesso” ai messaggi di allerta MER incoraggerebbe le persone a reagire immediatamente.

Con la diffusa disponibilità dei telefoni cellulari, molti governi inviano sempre più avvisi attraverso questi dispositivi. Tuttavia, come dimostra lo studio, non si tratta solo di trasmettere il messaggio; il sistema deve garantire che l’allarme motivi le persone ad agire.

“Per migliorare l’efficacia dei sistemi di allarme, ricercatori e professionisti dovrebbero considerare non solo la consegna di avvertimenti al pubblico, ma anche monitorare le loro reazioni comportamentali e psicologiche dopo aver ricevuto questi avvertimenti”, conclude Nakayachi.(30Science.com)

 

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