Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Siddi Moreau (Crs4) su alcuni problemi anche un Commodore 64 può battere i computer quantistici

(3 Maggio 2024)

 

 

 

 

 

 

Roma – “I quantum computer sono adatti a risolvere rapidamente categorie specifiche di problemi difficili per la computazione tradizionale. Per le altre categorie, i computer convenzionali continueranno a essere un riferimento negli anni a venire e i quantum computer non offriranno in questa fase particolare vantaggio”. Così Giuliana Siddi Moreau, ricercatrice in Quantum Computing, presso il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (Crs4), ha commentato la notizia secondo la quale un Commodore 64 avrebbe “battuto” un supercomputer quantistico di IBM in termini di velocità ed efficienza energetica. Nello specifico, durante la conferenza SIGBOVIK 2024 è emerso un documento che racconta il tentativo di simulare l’esperimento di utilità quantistica della IBM su un Commodore 64. Gli autori, rimasti anonimi hanno concluso e fornito dati secondo i quali apparirebbe che il Commodore 64 si è “comportato meglio” del supercomputer IBM in termini di velocità ed efficienza, rivelando anche una “decente accuratezza” per il problema affrontato. “Già nel 2019 – continua la Siddi – il computer quantistico di Google, Sycamore, diede prova di supremazia quantistica e successivamente, nel 2022, sullo stesso problema l’algoritmica su computer classico ottenne migliori risultati attraverso un’approssimazione del problema su tensor networks. La storia si ripete anche stavolta, la prova di utilità quantistica del 2023 su un processore quantistico IBM Eagle a 127 qubit è stata superata prima ad inizio 2024 da un’implementazione su computer convenzionale di un algoritmo approssimato mediante tensor network e poi successivamente dall’implementazione qui menzionata su Commodore 64”. Il punto focale della questione è che solo per determinati problemi il computer quantistico apparirebbe più efficiente; per altri come quelli “la cui soluzione può essere espressa attraverso un numero finito e noto a priori di passi d’algoritmo rappresentabile da un polinomio di grado non troppo alto del numero di variabili” spiega la Siddi, i sistemi tradizionali continuano a tenere ampiamente il passo. “Negli ultimi anni – ha aggiunto la ricercatrice – per alcuni dei problemi scelti per la misura di vantaggio quantistico, la dimostrazione di supremazia quantistica su un dato hardware è stata seguita da un’esplosione creativa dello sviluppo algoritmico su computer classici che ha portato metodi approssimati con migliori performance. Ormai il calcolo quantistico e l’algoritmica su computer classici stanno mettendo in atto una competizione sul campo che arricchisce e amplifica lo sviluppo tecnologico ed è volta a migliorare ambedue le discipline”. “Come Scott Aaronson, luminare dell’informatica quantistica, ha fatto notare, il focus della ricerca sulla dimostrazione di vantaggio quantistico va spostato sulla scelta di problemi ‘migliori’ che siano difficilmente approssimabili dalle tecniche classiche di computazione. Tuttavia la possibilità di esplorare spazi di soluzione con un gran numero di variabili attraverso realizzazioni di quantum computer in continuo miglioramento apre molte prospettive per la tecnologia di domani. In differenti discipline possiamo già constatare frequenti dimostrazioni di vantaggio quantistico pratico su casi d’uso che motivano l’interesse crescente attorno a questa tecnologia emergente” ha concluso la Siddi. (30Science.com)

 

 

 

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla