Lucrezia Parpaglioni

Scienza: le estati si riscaldano più velocemente degli inverni

(17 Maggio 2024)

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(AGI) – Roma 17 mag. – La composizione chimica di conchiglie fossili provenienti da Anversa, in Belgio, ha mostrato che, in un clima caldo, le estati si riscaldano più rapidamente rispetto agli inverni. È quanto emerge da uno studio guidato da Niels De Winter, affiliato al Dipartimento di Scienze della Terra della Vrije Universiteit Amsterdam e al gruppo di ricerca AMGC della Vrije Universiteit Brussel, pubblicato su Science Advances. Il ricercatore ha misurato, insieme a colleghi di istituzioni come l’Istituto di Scienze Naturali di Bruxelles, queste conchiglie che provengono da molluschi come ostriche, galletti e capesante, rinvenuti durante i lavori di costruzione della chiusa di Kieldrecht. I molluschi vivevano nel Pliocene, circa tre milioni di anni fa, nel Mare del Nord, che all’epoca copriva anche parti delle Fiandre e dei Paesi Bassi. Le conchiglie crescevano strato dopo strato, come gli anelli degli alberi o le unghie, e conservavano al loro interno informazioni dettagliate nel corso della loro vita. Durante il Pliocene, la Terra era in media da 2,5 a 3 gradi Celsius più calda di adesso. Nel loro studio, i ricercatori hanno scattato un’“istantanea” del clima di quel periodo per capire la differenza tra le stagioni in un clima più caldo. Gli scienziati hanno utilizzato il metodo dell’“analisi degli isotopi raggruppati”, una tecnica he perette di studiare la composizione delle conchiglie in modo ancora più dettagliato, stimando la misura in cui gli isotopi pesanti rari dell’ossigeno e del carbonio sono presenti nello stesso carbonato di cui sono fatte le conchiglie. Questi isotopi sono più comuni nelle conchiglie che si sono formate in acque più fredde. Di conseguenza, le misurazioni possono essere utilizzate per ricostruire la temperatura in cui si sono formate le conchiglie. Questo metodo è più accurato di quelli convenzionali per la ricostruzione della temperatura perché non si basa su ipotesi relative alla composizione dell’acqua marina in cui sono cresciuti i molluschi. L’intuizione chiave è stata che le estati si riscaldano molto più degli inverni in un clima più caldo come quello del Pliocene. Mentre gli inverni diventavano più caldi di circa 2,5 gradi, le temperature estive erano più alte di circa 4,3 gradi. I ricercatori ravvedono un risultato simile nei modelli di proiezione del clima futuro, on stime che prevedono all’incirca la stessa quantità di riscaldamento per l’anno 2100. “Lo studio ci dà un’idea di come sarà il clima in Europa se continueremo a seguire la tendenza attuale verso un mondo più caldo ha affermato De Winter. “Probabilmente si verificheranno differenze di temperatura più marcate tra estate e inverno e aumenterà la possibilità di ondate di calore durante l’estate”, ha concluso De Winter. (AGI) Lucrezia Parpaglioni

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.