Roma – Secondo uno studio, i cani domestici usano i piagnucolii per valutare l’identità e le condizioni dei cuccioli nelle loro cucciolate. In molte specie di mammiferi, i genitori identificano la prole in base alla vocalizzazione. Rispetto ai mammiferi che vivono in gruppo che producono una sola prole, le interazioni vocali genitore-figlio nelle specie che producono cucciolate non sono state ben studiate. Mathilde Massenet e colleghi hanno analizzato 4.400 lamenti registrati da 220 cuccioli di Beagle ( Canis familiaris ) in 40 cucciolate e hanno caratterizzato le risposte di 16 madri di Beagle alla riproduzione di lamenti naturali e sintetizzati.
L’analisi acustica ha mostrato che i lamenti differivano in modi identificabili sia tra le cucciolate che tra i cuccioli della stessa cucciolata. Le madri Beagle fornivano maggiori cure materne – come strigliare, nutrire e trasportare l’altoparlante emittente nel nido – in risposta ai lamenti risintetizzati della propria prole, rispetto ai lamenti risintetizzati dei non-prole. Le madri erano meno reattive alle vocalizzazioni dei propri figli che erano state modificate per non rientrare nella frequenza fondamentale o nell’intervallo di tono specifico della loro cucciolata. Le madri erano più reattive alle vocalizzazioni acute, che erano associate ai piccoli cuccioli all’interno delle cucciolate. Insieme, i risultati suggeriscono che le madri di cani domestici utilizzano segnali acustici per valutare la parentela e la condizione dei singoli cuccioli all’interno delle cucciolate. Secondo gli autori, i risultati giustificano ulteriori studi sulla vocalizzazione in altri mammiferi domestici e selvatici che producono rifiuti.(30Science.com)