Gli antibiotici per le comuni infezioni infantili non sono più efficaci

31 Ott, 2023
30Science.com
Mediaone

Roma – I farmaci per il trattamento delle infezioni comuni nei bambini e nei neonati non sono più efficaci in gran parte del mondo, a causa degli alti tassi di resistenza agli antibiotici. Lo studio, condotto dall’Università di Sydney, pubblicato su The Lancet Regional Health Southeast Asia, ha rilevato che molti antibiotici raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno un’efficacia inferiore al 50% nel trattamento delle infezioni infantili come polmonite, sepsi, ovvero infezioni del flusso sanguigno, e meningite. I risultati mostrano che le linee guida globali sull’uso degli antibiotici sono obsolete e necessitano di aggiornamenti. Le regioni più colpite sono quelle del Sud-Est asiatico e del Pacifico, comprese le vicine Indonesia e Filippine, dove ogni anno si verificano migliaia di morti evitabili nei bambini a causa della resistenza agli antibiotici. L’OMS ha dichiarato che la resistenza antimicrobica è una delle dieci principali minacce globali per la salute pubblica dell’umanità. Si stima che ogni anno nel mondo si verifichino tre milioni di casi di sepsi nei neonati, con fino a 570.000 decessi: molti di questi sono dovuti alla mancanza di antibiotici efficaci per trattare i batteri resistenti. I risultati della ricerca si aggiungono alle prove sempre più evidenti che i batteri comuni, responsabili di sepsi e meningite, nei bambini sono spesso resistenti agli antibiotici prescritti. Lo studio rivela l’urgente necessità di aggiornare le linee guida globali sugli antibiotici, per contrastare la rapida evoluzione dei tassi di resistenza antimicrobica. La linea guida più recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata pubblicata nel 2013. Lo studio ha rilevato che un antibiotico in particolare, il ceftriaxone, è probabilmente efficace nel trattamento di solo un caso su tre di sepsi o meningite nei neonati. Il ceftriaxone è anche ampiamente utilizzato in Australia per curare molte infezioni nei bambini, come la polmonite e le infezioni del tratto urinario. Un altro antibiotico, la gentamicina, è risultato probabilmente efficace nel trattamento di meno della metà dei casi di sepsi e meningite nei bambini. La gentamicina, comunemente prescritta insieme alle aminopenicilline, è risultata essere poco efficace nel combattere le infezioni del flusso sanguigno in neonati e bambini. “Sono in aumento i casi di infezioni batteriche multiresistenti nei bambini di tutto il mondo”, ha detto Phoebe Williams, della School of Public Health e del Sydney Infectious Diseases Institute dell’Università di Sydney, che è una specialista di malattie infettive la cui ricerca si concentra sulla riduzione della resistenza antimicrobica in contesti sanitari ad alto carico nel Sud-Est asiatico e svolge anche l’attività di medico in Australia. “La resistenza antimicrobica è più problematica per i bambini che per gli adulti, poiché è meno probabile che i nuovi antibiotici vengano sperimentati e resi disponibili per i bambini”, ha spiegato Williams, che è anche l’autrice principale dello studio. Secondo Williams, la ricerca dovrebbe fungere da campanello d’allarme per tutto il mondo, Australia compresa. “Non siamo immuni da questo problema: il peso della resistenza antimicrobica è alle nostre porte”, ha dichiarato Williams. “La resistenza agli antibiotici sta aumentando più rapidamente di quanto ci rendiamo conto e abbiamo urgentemente bisogno di nuove soluzioni per fermare le infezioni invasive multiresistenti ai farmaci, così da evitare l’inutile morte di migliaia di bambini ogni anno”, ha sottolineato Williams. Lo studio ha analizzato 6.648 ceppi batterici isolati, provenienti da 11 Paesi in 86 pubblicazioni, per esaminare la suscettibilità agli antibiotici dei batteri comuni che causano infezioni infantili. “Il modo migliore per affrontare la resistenza agli antibiotici nelle infezioni infantili è quello di rendere prioritari i finanziamenti per lo studio di nuovi trattamenti antibiotici per bambini e neonati”, ha affermato Wiliams. “La clinica degli antibiotici si concentra sugli adulti e troppo spesso i bambini e i neonati vengono lasciati fuori”, ha proseguito Wiliams. “Questo significa che abbiamo opzioni e dati molto limitati per nuovi trattamenti”, ha aggiunto Wiliams, che sta attualmente esaminando un vecchio antibiotico, la fosfomicina, come ancora di salvezza temporanea per il trattamento delle infezioni del tratto urinario multiresistenti nei bambini in Australia e, inoltre, collabora con il Comitato per l’ottimizzazione dei farmaci pediatrici dell’OMS per garantire ai bambini l’accesso agli antibiotici per il trattamento delle infezioni multiresistenti. “Questo studio rivela importanti problemi relativi alla disponibilità di antibiotici efficaci per il trattamento di infezioni gravi nei bambini”, ha sostenuto Paul Turner, direttore della Cambodia Oxford Medical Research Unit presso l’Angkor Hospital for Children di Siem Reap, professore di microbiologia pediatrica all’Università di Oxford nel Regno Unito “Evidenzia, inoltre, la continua necessità di dati di laboratorio di alta qualità per monitorare la situazione della resistenza antimicrobica, che consentirà di apportare tempestivamente modifiche alle linee guida di trattamento”, ha concluso Turner. (30Science.com)

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