Roma – Anche durante questa estate l’esposizione dei lavoratori a temperature elevate sta contribuendo a creare disagi e infortuni nei luoghi di lavoro che in alcuni casi sono risultati anche mortali. Infortuni avvenuti in varie parti d’Italia, da nord a sud – isole comprese- che purtroppo si sono estesi oltre le zone tipicamente caratterizzate dalle temperature più elevate, e hanno toccato molti settori lavorativi, non solo quelli considerati a maggior rischio come l’agricoltura e le costruzioni, e hanno coinvolto lavoratori stranieri e italiani.
Al tema è dedicato il progetto “Worklimate 2.0” (https://www.worklimate.it/), coordinato da Consiglio nazionale delle ricerche attraverso l’Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe) di Sesto Fiorentino (Firenze) e INAIL, con il contributo di altri partner. L’obiettivo generale del progetto, iniziato il 15 maggio 2023, è quello di valorizzare e approfondire le conoscenze acquisite relativamente agli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività aziendale, migliorando e implementando strumenti e strategie di intervento, evsviluppando nuove soluzioni tecnologiche, informative e formative per una migliore azione di prevenzione e gestione del rischio a livello aziendale di utilità per i lavoratori, le figure della prevenzione (RSPP, RLS, DL e MC) e i datori di lavoro.
Tra queste, una delle prime azioni attivate nell’ambito del progetto è l’implementazione della piattaforma previsionale Worklimate 2.0, strumento di primo orientamento a disposizione delle autorità di sanità pubblica e degli operatori della prevenzione che potrebbe contribuire sensibilmente a ridurre gli impatti dell’esposizione alle elevate temperature sulla salute e produttività dei lavoratori.
La piattaforma contiene una sezione specifica dedicata alla previsione delle aree in cui è possibile il superamento della soglia di temperatura giornaliera di 35 °C” (https://www.worklimate.it/previsioni-new/#superamento), con mappe di previsione a livello italiano per 3 giorni. “La previsione fornita è a maggiore risoluzione rispetto a quelle sviluppate in precedenza, in quanto basata su un modello meteorologico a risoluzione di 2.5 km”, spiega Marco Morabito (Cnr-Ibe). “Ciò nonostante, bisogna ricordare che le previsioni, sperimentali e automatiche (non controllate), basate su modello meteorologico, sono affette da intrinseca incertezza e possono risultare significativamente differenti dalle reali condizioni. Le previsioni vanno pertanto considerate come uno strumento di supporto alle decisioni ad integrazione degli strumenti già esistenti e dell’osservazione meteo-climatica fatta direttamente sul luogo di lavoro. Tali previsioni vanno pertanto considerate come uno strumento di supporto alle decisioni ad integrazione degli strumenti già esistenti e dell’osservazione meteo-climatica fatta direttamente sul luogo di lavoro: nello specifico, la nostra piattaforma integra quanto contenuto nelle recenti ordinanze regionali “anti-caldo” firmate dai Presidenti delle regioni Puglia, Basilicata e Calabria, nonché le istruzioni già fornite da Inail per la cassa integrazione ordinaria in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa di temperature elevate”.
Sul sito del progetto, sono inoltre pubblicati i primi report “Caldo e Lavoro” relativi all’estate 2023.(30Science.com)