Roma – Stonehenge è un monumento sorprendentemente complesso, che attira l’attenzione soprattutto per il suo spettacolare cerchio megalitico e “a ferro di cavallo”, costruito intorno al 2600 a.C. Nel corso degli anni, sono state avanzate diverse teorie sul significato e la funzione di Stonehenge. Una nuova teoria pubblicata sulla prestigiosa rivista Antiquity ritiene che il monumento rappresenti un calendario basato su 365 giorni all’anno divisi in 12 mesi da 30 giorni più cinque giorni epagomeni, con l’aggiunta di un anno bisestile ogni quattro. Questa ipotesi affascinante è stata proposta da due rinomati esperti di archeoastronomia, Juan Antonio Belmonte (Instituto de Astrofísica de Canarias e Universidad de La Laguna, Tenerife, Spagna) e Giulio Magli (Politecnico di Milano).
The solstitial axis of Stonehenge viewed from the entrance
CREDIT
photograph Juan Belmonte
Nel loro articolo, gli autori mostrano che la teoria si basa su una serie di interpretazioni forzate delle connessioni. Questo calendario è identico a quello alessandrino, introdotto più di due millenni dopo, alla fine del primo secolo a.C. come combinazione del calendario giuliano e del calendario civile egiziano. Per giustificare questo “calendario in pietra”, il numero dei giorni viene ottenuto moltiplicando i 30 architravi di sarsen probabilmente presenti nel progetto originale per 12 e aggiungendo a 360 il numero dei triliti in piedi del ferro di cavallo, che sono cinque. L’aggiunta di un anno bisestile ogni quattro è correlata al numero delle “pietre di stazione”, che è, infatti, quattro. Questo macchinario sarebbe stato mantenuto in funzione utilizzando l’allineamento al solstizio dell’asse e sarebbe stato presumibilmente preso dall’Egitto, raffinando molto, tuttavia, il calendario egiziano, che era di 365 giorni (la correzione bisestile non era presente fino ai tempi romani). (30Science.com)
