Valentina Di Paola

Allarme ricerca, sempre più pubblicità online permettono di acquistare la paternità di articoli scientifici

(23 Gennaio 2023)

(30science.com) – Roma, 23 gen. – Sono diventate centinaia le pubblicità online che offrono la possibilità di acquistare la paternità di articoli scientifici su riviste considerate affidabili. Questo il tema centrale di un approfondimento pubblicato su Nature, che sta preoccupando gli editori in merito all’integrità della buona ricerca. Sono state già ritirate dozzine di articoli, per il quali era stata sollevata la preoccupazione che tra le firme degli autori si fossero aggiunti nominativi che non avevano di fatto contribuito alla realizzazione del paper. Questo problema sembra in crescita, avvisano gli specialisti, e potrebbero verificarsi nuove ritrattazioni. La maggior parte degli annunci pubblicitari in questione circola sui social media, ma anche sui siti web di aziende che offrono servizi di pubblicazione accademica. Per quanto riguarda il costo, può variare da poche centinaia a diverse migliaia di dollari a seconda del prestigio della rivista e dell’ambito di ricerca del lavoro. In una pubblicazione apparsa sul server di prestampa arXiv nel dicembre 2021, Anna Abalkina, economista presso la Libera Università di Berlino, e Nick Wise, ingegnere presso l’Università di Cambridge, hanno descritto oltre mille offerte di paternità di articoli scientifici pubblicate nel 2019-21 su un sito web in lingua russa chiamato International Publisher. I due scienziati hanno ora individuato 460 opere che potrebbero aver usufruito della promozione. Le riviste stesse hanno iniziato a indagare e ritirare i documenti che sembrano collegati agli annunci in questione. Lo scorso luglio, l’International Journal of Emerging Technologies in Learning ha rimosso ben 30 pubblicazioni potenzialmente correlate a International Publisher. “Questi episodi sono davvero difficili da dimostrare – sostiene Tim Kersjes, responsabile dell’integrità della ricerca presso Springer Nature a Dordrecht, nei Paesi Bassi – ma alcuni annunci elencano titoli specifici di manoscritti, il che offre una prova piuttosto convincente dell’acquisto dei diritti d’autore”. Nel maggio 2022, Springer Nature ha ritirato per la prima volta un documento per sospetti che alcuni autori avessero comprato la paternità dell’opera. A questo caso si sono aggiunte ben 11 ritrattazioni. “Abbiamo un approccio a tolleranza zero – dichiara Kersjes – è una questione di integrità e affidabilità della documentazione pubblica. I lettori devono potersi fidare del fatto che gli autori elencati su un documento abbiano effettivamente svolto il lavoro per generare i dati e possano esserne ritenuti responsabili”. Vitalij Pecharsky, uno scienziato dei materiali presso la Iowa State University di Ames e redattore capo del Journal of Alloys and Compounds, deceduto lo scorso dicembre, ha lanciato uno sforzo per ricontrollare tutti gli articoli pubblicati sulla rivista negli ultimi due anni, per i quali è stata presentata una richiesta di modifica della lista degli autori dopo il primo ciclo di revisione. “La vendita della paternità delle pubblicazioni scientifiche – sostiene Deborah Kahn, membro del consiglio di amministrazione del Committee on Publication Ethics (COPE) del Regno Unito – costituisce un grande business, gestito da organizzazioni sempre più sofisticate”. “Il mercato funziona – conclude Abalkina – anche perché in molti paesi i ricercatori vengono ancora valutati sulla base del numero di pubblicazioni. È ragionevole ipotizzare che il problema crescerà, dobbiamo assolutamente cercare di arginare la situazione”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).