(30Science.com) – Roma, 14 gen. – Con la diffusione di SARS-CoV-2, la proliferazione di notizie, messaggi, schemi comunicativi e pubblicazioni ha rappresentato una pandemia parallela a quella che correva attraverso i contagi. L’obiettivo di esplorare queste dinamiche è al centro del volume ‘Pandemia e infodemia. Come il virus viaggia con l’informazione’, edito da Zanichelli e scritto a quattro mani da Marco Ferrazzoli, Capo Ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche e docente di Teoria e Tecnica della Comunicazione della Conoscenza all’Università di Roma Tor Vergata, e Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del CNR di Pavia.
Il testo si compone di quattro sezioni principali: Scienza, Conoscenza, Comunicazione e Società. Le prime due esplorano rispettivamente la realtà scientifica di SARS-CoV-2 e la sua contestualizzazione nelle epidemie che hanno accompagnato la storia dell’umanità, mentre le altre si muovono nella delicata sfera degli eventi che si sono susseguiti durante la diffusione di Covid-19. Scopo del volume, quello di ripercorrere gli elementi e i fattori che hanno contribuito alla disinformazione e al disorientamento associati alle domande, alle curiosità, ai dubbi e alle perplessità della pandemia.
“Questo libro – scrivono gli autori – non ha la pretesa di esaurire un fenomeno così complesso, globale e ancora in divenire. Piuttosto, vuole offrire una ‘chiave di lettura’ che possa aiutare a orientarsi nello tsunami che ci ha investiti da quasi due anni. Così da distinguere gli elementi effettivamente essenziali rispetto a un ‘rumore di fondo’ assordante, che rischia di non farci cogliere le voci e le parole davvero significative”. Con un linguaggio semplice ed efficace, che vuole essere alla portata del grande pubblico, Ferrazzoli e Maga avvicinano il lettore alle difficoltà di comunicazione emerse durante la pandemia, evidenziando i momenti che hanno reso protagoniste la confusione e la disinformazione non solo in relazione al virus, ma anche alle vaccinazioni, alle misure di prevenzione, ai lockdown e all’uso di dispositivi di protezione individuale.
Gli autori sottolineano infine che la situazione emergenziale e le sue criticità offrono anche una serie di lezioni e spunti di riflessioni da considerare per il futuro. Tra queste, la prima riguarda l’importanza di vigilare e monitorare i potenziali focolai, in modo da contenere la diffusione della malattia e il suo impatto sulla salute, sull’economia e sulla società. Un altro punto fondamentale secondo Ferrazzoli e Maga è quello di “comunicare la scienza, piuttosto che le opinioni – scrivono – La pandemia ha evidenziato come sia le decisioni a livello politico sia le comunicazioni al pubblico, per risultare efficaci, devono essere basate sui più recenti e attendibili pareri scientifici. Tuttavia, l’emergenza pandemica ha messo in luce grandi difformità tra i diversi Stati rispetto all’utilizzo dell’expertise della scienza. I messaggi sono stati spesso confusi, di fatto ostacolando la lotta alla pandemia”.
Altro insegnamento di Covid-19, l’accumulo di conoscenze attraverso la ricerca scientifica, un fattore “alla base della possibilità di sviluppare i prodotti e le tecnologie necessarie in tempi rapidi. L’imprevedibilità delle pandemie e degli strumenti necessari per combatterle, rende la ricerca di base indispensabile e gli investimenti nel settore strategici”. Allo stesso tempo, gli autori evidenziano la necessità di una risposta politica efficace, rapida e lungimirante, e la centralità della digitalizzazione nelle varie sfere della società.
“La pandemia non è ancora finita – commentano Ferrazzoli e Maga – ma ha già dimostrato quanto gli equilibri su cui si regge la nostra società globalizzata siano fragili e possano essere sconvolti da un evento naturale, la cui portata è amplificata dalle nostre attività sempre più pervasive rispetto all’ambiente e dalla forte interconnessione che caratterizza la nostra società. […] Abbiamo percorso un lungo viaggio attraverso i molteplici aspetti, noti e meno apparenti, del fenomeno epocale che stiamo vivendo, la pandemia, e del suo riflesso sul piano sociale, comunicativo, della conoscenza, l’infodemia”. “Questa esperienza, non ancora conclusa, dovrebbe insomma farci ripensare il governo del mondo – concludono – Spronarci a migliorare la cooperazione internazionale attraverso organismi come UE e ONU, OMS, FAO, UNESCO, per poter affrontare uniti le emergenze planetarie […] nella consapevolezza che i problemi hanno ormai dimensioni globali, si tratti di economia, lavoro, migrazioni, ambiente, clima, salute. E che il tempo a disposizione è sempre meno”. (30Science.com)