Alessandro Berlingeri

Lincei, il clima del passato e il meteo dello spazio passano dal Sole

(14 Dicembre 2021)

(30Science.com) – Roma, 14 dic. – Lo studio dell’attività solare risulta fondamentale per l’impatto che causa sull’ambiente circumterrestre e terrestre. È di questo tema cruciale di cui si è parlato nella XXXVIII Giornata dell’Ambiente dell’Accademia dei Lincei, presso la Palazzina dell’Auditorio di via della Lungara a Roma. Una giornata fortemente sostenuta dall’Accademia dei Lincei, dal Piano Lauree Scientifiche PLS-Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e da Telespazio.

Accademia dei Lincei a Roma. Credit: Alessandro Berlingeri.

Sappiamo che forti esplosioni, brillamenti – o flare – e espulsioni di massa coronale, si producono con una certa frequenza sulla nostra stella,” ha affermato il professor Francesco Berrilli del gruppo di Fisica Solare e Spaziale dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “Sappiamo anche, da fonti storiche o dallo studio di particolari segnali negli anelli degli alberi, che eventi estremamente più potenti e potenzialmente catastrofici per la nostra società altamente tecnologica si sono verificati in passato con cadenze di secoli o millenni“.

Sia l’ambiente terrestre che quello circumterrestre, ormai abitato stabilmente da molti anni dall’uomo e da flotte di satelliti necessari alla sopravvivenza della nostra civiltà digitale, risentono delle condizioni imposte dall’attività solare. Per questo motivo la ricerca scientifica più avanzata sviluppa sistemi di monitoraggio dell’attività solare, concentrandosi soprattutto sul controllo continuo del Sole e su modelli di previsione di brillamenti o espulsioni di massa coronale.

XXXVIII Giornata dell’Ambiente dell’Accademia dei Lincei a Roma. Credit: Alessandro Berlingeri.

Un’espulsione di massa coronale (CME) è un’emissione di materiale dalla corona solare, sotto forma di plasma, ed è costituita principalmente da elettroni e protoni e viene trascinata dal campo magnetico della corona solare. Un’onda di materiale che, se espulsa nella giusta direzione, può raggiungere la Terra e causare danni, anche gravi, a causa della vulnerabilità delle reti elettriche alle tempeste geomagnetiche. Per non parlare dell’ambiente spaziale attorno alla Terra, come i rischi per i sistemi satellitari e per le missioni con astronauti a bordo.

Diventa quindi fondamentale saper prevedere e capire nel dettaglio l’attività solare, cioè realizzare uno studio meteorologico spaziale applicabile al Sistema Solare. È proprio di questo che si occupa lo space weather, la nuova frontiera della fisica solare.

XXXVIII Giornata dell’Ambiente dell’Accademia dei Lincei a Roma. Credit: Alessandro Berlingeri.

Una cosa che mi piace sempre ricordare quando parlo del Sole è che può essere considerato come la Stele di Rosetta dell’astrofisica. Nel senso che, quando noi studiamo il Sole, riusciamo ad osservare dei dettagli che invece non possiamo vedere nelle altre stelle“, ha dichiarato la professoressa Francesca Zuccarello dell’Università di Catania. “Il Sole può essere anche considerato un laboratorio cosmico ideale in cui possiamo verificare le leggi della fisica che riguardano diversi aspetti, come ad esempio la fisica atomica e molecolare, la fisica dei neutrini e la fisica del plasma“.

Uno dei fenomeni certamente più spettacolari legato alle espulsioni di massa coronale è il fatto che qui sulla Terra noi osserviamo le aurore“, ha continuato Zuccarello. “Aurore che, nella maggior parte dei casi, si verificano ad alte latitudini geografiche, ma quando la CME è particolarmente energetica possono essere osservate anche a latitudini più basse. Nell’ultimo ciclo solare ci sono state anche emissioni di massa coronale i cui effetti sono stati osservati alle latitudini di Trieste e di Nizza“.

XXXVIII Giornata dell’Ambiente dell’Accademia dei Lincei a Roma. Credit: Alessandro Berlingeri.

L’Italia in questo settore offre delle competenze scientifiche di ottimo livello ed è molto importante che questi studi vengano ulteriormente potenziati, coordinati e sviluppati“, ha detto il professor Umberto Villante dell’Università de L’Aquila e presidente della Space Weather Italian Community. “Nel nostro Paese queste competenze sono diffuse in tutti gli istituti nazionali di ricerca, parlo dell’INAF, dell’INGV, del CNR, dell’Agenzia Spaziale Italiana e molte università. Da quattro anni queste competenze hanno trovato anche un polo comune confluendo in un Gruppo Nazionale Space Weather, la Space Weather Italian Community (SWICo).” (30Science.com)

Alessandro Berlingeri
Adoravo parlare di Fantascienza con mia madre prima di dormire e tirar fuori strane teorie anziché ascoltare le favole della buonanotte. La conseguenza? Una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" con una tesi sui “Metodi per la Ricerca di Pianeti Extrasolari”. Mi dedico dal 2008 alla Divulgazione Scientifica ovunque sia possibile, nelle scuole, in grandi eventi pubblici, in musei, in grandi strutture scientifiche di Roma, radio, televisione, internet.. ovunque! Ho affiancato il tutto alle mie passioni di tutta una vita: il nuoto, la musica, il cinema ed ogni sfaccettatura nerd che si possa immaginare.