Valentina Arcovio

Dai vaccini al Super Green Pass: un altro anno di pandemia

(21 Dicembre 2021)

(30science.com) – Roma, 21 dic. – Il 2021 è iniziato con grandi speranze e aspettative, grazie soprattutto all’inizio della campagna di vaccinazione anti-Covid. Ma ora che si avvicina alla sua conclusione, ci lascia disillusi e con l’amaro in bocca. Sars-CoV-2 è tutt’altro che sparito dalla circolazione. Continua a diffondersi in tutto il mondo, in versioni più contagiose, e almeno apparentemente, non più pericolose. I vaccini attualmente disponibili riducono il rischio contagio, ma non lo annullano.

Per fortuna abbassano significativamente il rischio di ammalarsi gravemente. Tuttavia, questo non è bastato a convincere tutta la popolazione a vaccinarsi, soprattutto dopo il caos con AstraZeneca e Johnson & Johnson. Tanto che il Governo ha stabilito per alcune categorie l’obbligo vaccinale. Il 2021 è l’anno anche di manifestazioni e tafferugli che hanno visto al centro i movimenti NoVax. Ma è anche l’anno di nuove promesse: le vaccinazioni dei bambini 5-11 anni, la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid e l’approvazione della prima vera pillola anti-Covid.

CONTAGI, RICOVERI E DECESSI

Se nel 2021 è cambiato poco sul fronte del numero dei contagi rispetto all’anno precedente, grandissimi passi avanti sono stati fatti sul fronte dell’incidenza dei ricoveri e dei decessi. Basta pensare che attualmente il numero dei casi è quasi sovrapponibile a quello dello stesso periodo di un anno fa, ma oggi abbiamo solo un quarto dei ricoveri e meno di un settimo dei decessi. A fronte dei 116mila casi registrati quest’anno nella settimana 6-12 dicembre, di poco superiori ai 114mila casi registrati l’anno precedente nello stesso periodo, i ricoveri sono poco più di 7500 rispetti ai 30.100 dello scorso anno. Le differenze sono evidenti anche sui numeri dei ricoveri in terapia intensiva: quasi 830 oggi e più di 3.100 lo scorso anno. Grosse differenze che si riflettono sui numeri dei decessi: la scorsa settimana sono stati registrati un totale di 636, mentre l’anno scorso erano a quota 4.442.

VARIANTI

Nel corso delle varie ondate pandemiche si sono succedute moltissime mutazioni del virus SARS-CoV-2, alcune sono passate inosservate, altre sono state definite varianti di interesse, altre ancora sono state considerate varianti di preoccupazione. Dalla beta alla delta, fino all’omicron che ora sta progressivamente diventando la dominante. Fino ad oggi le evidenze scientifiche suggeriscono che queste varianti, pur essendo più contagiose, non sono più pericolose. Non ci sono indicazioni che i vaccini non funzionino.
VACCINI. Sono quattro i vaccini attualmente disponibili: Pfizer/Biontech, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson. Ma dopo un inizio deciso con AstraZeneca, ora i vaccini “di punta” sono quelli a mRNA, Pfizer e Moderna. Ad oggi quasi il 90 per cento della popolazione over 12 è vaccinata: oltre 47 milioni e 700mila persone hanno ricevuto la prima dose. E da qualche giorno è iniziata la vaccinazione dei bambini 5-11 anni.

CASO ASTRAZENECA

E’ senza dubbio il più discusso dei vaccini anti-Covid, ad oggi consigliato solo per over 60 secondo la disposizione dell’11 giugno. Già durante la scorsa estate, il vaccino Vaxzevria è stato usato quasi esclusivamente per le seconde dosi e il numero di somministrazioni è sceso vertiginosamente: dalle 60mila dosi giornaliere effettuate a maggio alle 200 di agosto. Negli ultimi mesi i vaccinati con AstraZeneca sono stati circa 12mila. Le principali ragioni di questa situazione sono due. La prima è l’invito palese delle autorità sanitarie sui vaccini ad mRna rispetto a quelli a vettore virale per la loro maggiore efficienza e per l’inferiore numero di effetti collaterali gravi. La seconda è la storia travagliata del vaccino AstraZeneca, con le sospensioni iniziali di lotti, casi di morti sospette, continui cambiamenti nelle decisioni istituzionali e una cattiva comunicazione. Si è scoperto che i vaccini a vettore virale, quindi incluso quello della Johnson & Johnson, hanno un rischio più elevato – seppur sempre molto raro – di causare trombosi, specialmente nella fascia della popolazione più giovane e prevalentemente nelle donne. Il caso AstraZeneca è stata certamente la molla che ha fatto scattare la popolarità dei movimenti No Vax. Ma è già da prima che c’era un corposo numero di persone contrarie alla vaccinazione. Accanto ai contrari convinti, ci sono anche gruppi di indecisi sinceramente spaventati dai nuovi vaccini, nonostante la scienza abbia più volte ribadito la loro sicurezza.

OBBLIGO VACCINALE

All’inizio del 2021 la campagna vaccinale si basava sul principio delle priorità: con poca disponibilità di vaccini si è scelto di somministrarli per prima alle categorie più fragili e più a rischio per Covid-19. Ora però ci ritroviamo in una situazione diametralmente opposta: i vaccini ci sono, ma ci sono ben 6 milioni di adulti che non lo vogliono fare. Per questo il Governo Draghi ha prima stabilito l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, partito da aprile, e successivamente, proprio qualche giorno fa, ha esteso questo obbligo anche al personale scolastico e delle Forse dell’Ordine. L’obiettivo è quello di mettere in sicurezza, il più possibile, operatori e strutture considerate “cruciali” per la gestione della pandemia. Coloro che non si vaccinano rischiano la sospensione dal lavoro.

GREEN PASS

Lo scorso marzo, in piena crisi pandemica, la Commissione europea ha proposto l’introduzione di un certificato di vaccinazione per contrastare la diffusione del Covid-19, entrato poi in vigore il primo luglio per agevolare gli spostamenti fra i vari stati. In Italia il “certificato verde” è stato introdotto ancora prima e la sua validità è stata estesa gradualmente. Quello “base” si ottiene dopo la vaccinazione o dopo tampone. Si è iniziato a utilizzare per consentire gli spostamento in entrata e uscita dalle zone arancioni o rosse, per andare a trovare gli anziani nelle Rsa, per partecipare a spettacoli, eventi sportivi, concerti, feste. Dal 6 agosto il Green Pass è diventato obbligatorio anche per accedere ai ristoranti e ai bar al chiuso, e dal primo settembre per i mezzi di trasporto, ma non nei bus urbani. In particolare per: aerei, navi e traghetti. Dal 15 ottobre il Green Pass è diventato obbligatorio anche per accedere al posto di lavoro.

MANIFESTAZIONI NO VAX E NO GREEN PASS

Moltissimi italiani hanno vissuto l’introduzione del Green Pass come un obbligo vaccinale “mascherato”. Questo ha scatenato non poche polemiche, trasformate poi in manifestazioni. Sono migliaia i sit-in organizzati nelle principali città italiane e non tutti sono stati pacifici. Da Trieste dove sono stati registrati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine fino al caso emblematico dell’attacco alla sede nazionale della Cgil a Roma lo scorso ottobre.

SUPER GREEN PASS

E’ un certificato verde rafforzato, che si ottiene solo se guariti o vaccinati (ma non tamponati), introdotto in zona gialla e arancione dal 29 novembre e dal 6 dicembre fino al 15 gennaio anche in zona bianca. Il nuovo certificato diventa obbligatorio per accedere ad alcuni luoghi della cultura, dello svago e del tempo libero. Più precisamente per entrare in cinema, teatri, stadi e palazzetti dello sport, bar e ristoranti al chiuso, feste, discoteche e cerimonie pubbliche.

TERZA DOSE

Tra fine settembre e inizio ottobre è stata introdotta la terza dose di vaccino. Prima rivolta ai soggetti più fragili, malati e anziani, poi estesa agli operatori sanitari e man mano alle altre fasce d’età. L’obiettivo è quello di consolidare la memoria immunitaria che, stando alle ultime evidenze, cala dopo 6 mesi dalla doppia vaccinazione. I vaccini utilizzati per i richiami sono solo quelli a mRNA, quindi Pfizer e Moderna. Ad oggi la terza dose è stata somministrata a oltre 13.600.000 di persone, ovvero più del 65 per cento della popolazione target.

VACCINAZIONE AI BAMBINI 5-11 ANNI.

Credit: whitesession, Pixabay.

l 24 novembre l’Agenzia Europea del Farmaco ha approvato l’indicazione del vaccino Pfizer per i bambini tra 5 e 11 anni, raccomandazione confermata anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Per questo dal 15 dicembre è partita la vaccinazione dei più piccoli. Il dosaggio è inferiore rispetto a quello utilizzato nelle persone più grandi.

ANTIVIRALI

Sono state approvate quest’anno, ma saranno disponibile a partire dal prossimo gennaio. Si tratta delle due pillole anti-Covid, il molnupiravir (Merck) e il paxlovid (Pfizer). Entrambe si sono rivelate in grado di inibire la replicazione virale. Non prevengono l’infezione, ma si sono rivelate in grado di aiutare i pazienti a superare la malattia. (30Science.com)

Valentina Arcovio