Valentina Di Paola

Allo studio trattamento genetico per la fibrosi cistica

(9 Agosto 2021)

Foto in evidenza: Risposta di gonfiore delle mini-intestino derivato dal paziente. Gli organoidi collassati (a sinistra) mostrano una risposta di rigonfiamento attiva che è mediata dal canale ionico CFTR dopo un’ora di incubazione con forskolina (a destra). La colorazione verde mostra le cellule complete (verde calcina) e il DNA è mostrato in blu. CREDITS Eyleen de Poel, (c) UMC Utrecht

 

(30Science.com) – Roma,  ago. – Alcune delle mutazioni che provocano la fibrosi cistica possono essere corrette tramite una nuova tecnica di manipolazione genetica CRISPR/Cas9.

Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Life Science Alliance, condotto dagli scienziati dell’Hubrecht Institute, dell’Oncode Institute e dell’Università di Utrecht, che hanno valutato le potenzialità di un nuovo trattamento di editing più sicuro ed efficace dei metodi utilizzati precedentemente.

Il team, guidato da Maarten Geurts, ha corretto le mutazioni in organoidi intestinali, delle strutture 3D che imitano la funzione della controparte biologica nell’organismo umano. La metodologia di prime editing, riportano i ricercatori, consente di sostituire la sequenza di DNA danneggiata con una sana. “Dopo la somministrazione del trattamento – afferma l’autore – gli organoidi con fibrosi si sono comportati come se fossero sani”.

Ci sono ancora molti step da superare prima di adattare la tecnica ad un uso sicuro per i pazienti umani, ma gli autori sono fiduciosi. “Abbiamo compiuto un grande passo in avanti verso l’applicazione del prime editing in ambito clinico – conclude Geurts – in futuro questo metodo potrebbe essere anche rimodulato per il trattamento di altre patologie”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e quest’anno ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).