Valentina Di Paola

Suonare fa bene alla vecchiaia

(27 Aprile 2023)

Roma – Le persone in età avanzata potrebbero riscontrare notevoli benefici dalla pratica di uno strumento musicale, associato a un miglioramento della funzione cognitiva. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati dell’Istituto di Psicologia dell’Accademia Cinese delle Scienze. Il team, guidato da Du Yi, ha valutato gli effetti sulla salute del cervello di esperienze musicali. La popolazione mondiale, osservano gli autori, sta invecchiando con un ritmo senza precedenti, e il declino cognitivo dovuto alla senilità può rappresentare un grave onere per le famiglie e la società. In questo lavoro, i ricercatori hanno coinvolto musicisti e non, arruolando partecipanti anziani e individui più giovani. Stando a quanto emerge dall’indagine, le persone anziane in grado di suonare riportavano buoni risultati nei test di riconoscimento delle sillabe in contesti rumorosi, paragonabili a quelli ottenuti dai più giovani. La formazione musicale, sostengono gli esperti, potrebbe quindi promuovere modelli di invecchiamento sano, offrendo potenziali benefici al cervello delle persone in età avanzata. Oltre all’esperienza gratificante, riportano gli studiosi, l’ascolto e la pratica della musica potrebbe mitigare e persino contrastare il declino cognitivo, preservando i modelli di attività giovanili nelle aree sensomotorie. Il team ha considerato inoltre l’attività cerebrale dei partecipanti, riscontrando nel sottogruppo con formazione musicale la capacità di conservare la specificità neurale delle rappresentazioni del parlato nelle aree sensomotorie a un livello simile a quello dei giovani non musicisti. “Praticare la musica – osserva Yi – rende gli anziani ascoltatori migliori, preservando i modelli neurali giovanili e reclutando ulteriori regioni cerebrali compensative. Il nostro studio fornisce prove empiriche a sostegno del fatto che suonare musica mantiene il cervello acuto, giovane e concentrato. Questi risultati forniscono informazioni importanti per sviluppare regimi di allenamento volti a proteggere le funzioni del linguaggio in età avanzata”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).