Roma – Sviluppare una capsula ingeribile in grado di stimolare l’ormone regolatore della fame. A questo obiettivo è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Science Robotics, condotto dagli scienziati del Massachusetts Institute of Technology e del Brigham and Women’s Hospital. Il team, guidato da Giovanni Traverso, Khalil Ramadi e James McRae, ha utilizzato una pillola elettroceutica per influenzare le cellule endocrine responsabili dell’appetito. Gli ormoni rilasciati dallo stomaco, come la grelina, spiegano gli esperti, sono prodotti dalle cellule endocrine che fanno parte del sistema nervoso enterico, che controlla la fame, la nausea e la sensazione di sazietà. I ricercatori hanno utilizzato una capsula ingeribile che fornisce corrente elettrica alle cellule bersaglio inducendole a produrre grelina.
Lo sviluppo e l’applicazione di un nuovo elettroceutico ingeribile in grado di supportare la stimolazione del rilascio di grelina. CREDITO CREDITO ANIMAZIONE: Giancarlo Traverso (GT Reel Productions)
Questo approccio, osservano gli autori, potrebbe rivelarsi utile per il trattamento di malattie che comportano nausea o perdita di appetito, come la cachessia, la diminuzione di massa corporea che spesso si manifesta nei pazienti oncologici. Testata in un modello animale, la capsula ha portato a un incremento significativo della produzione di grelina. Secondo gli studiosi, inoltre, la pillola potrebbe essere facilmente modificata per la stimolazione elettrica di altre regioni nel tratto gastrointestinale. “Grazie alla capsula ingeribile – osserva Traverso – possiamo interagire con la mucosa dello stomaco, inducendo il sistema endocrino a rilasciare ormoni nel tratto gastrointestinale. Il sistema nervoso enterico controlla tutti gli aspetti della digestione, compreso il movimento del cibo attraverso il tratto gastrointestinale, per cui il nostro approccio potrebbe essere utile per diverse problematiche legate a questa regione”. La capsula, spiegano gli autori, è dotata di una superficie scanalata ispirata alla pelle di una lucertola australiana, dotata di squame increspate per raccogliere l’acqua. Le scanalature sul dispositivo sono rivestite con una sostanza idrofila, per allontanare i fluidi acidi dello stomaco. I componenti elettronici della capsula sono alimentati a batteria, ma gli autori suggeriscono che le prossime versioni potrebbero essere progettate per supportare il wireless. Il laboratorio di ricerca si concentrerà ora sulle possibilità di utilizzare questo approccio su altre regioni del tratto gastrointestinale, con la speranza di avviare i test su pazienti umani entro i prossimi tre anni. “Questo trattamento – conclude Traverso – potrebbe potenzialmente sostituire o integrare alcuni dei farmaci esistenti usati per prevenire la nausea e stimolare l’appetito nelle persone con cachessia o anoressia. Si tratta di un approccio fondamentalmente semplice, per cui speriamo di poter avviare la fase di sperimentazione in tempi relativamente brevi”. (30science.com)