Lella Simone

La recitazione dei sogni predice il morbo di Parkinson

(7 Febbraio 2023)

Un’attività onirica nella quale ci si sente attori di una storia è predittiva dello sviluppo del morbo di Parkinson. A dirlo, una serie di studi epidemiologici recenti e meno. Ma nonostante l’associazione sia scientificamente accertata, molti neurologi ignorano il collegamento. Per questo, un articolo pubblicato sulla rivista Scientific American fa luce sul problema. Le descrizioni della rappresentazione dei sogni da parte delle persone con Parkinson sono vecchie quanto il riconoscimento della malattia stessa, si legge nell’articolo. Nella descrizione originale di James Parkinson, “An Essay on the Shaking Palsy”, pubblicata nel 1817, scrisse: “Durante il sonno si verificano movimenti tremuli degli arti e aumentano finché non risvegliano il paziente, e spesso con molta agitazione e allarme”. Ma nonostante rapporti simili nei due secoli successivi, la connessione tra sogni e malattia è rimasta oscura, tanto che molti neurologi la ignorano. Il disturbo del sonno chiamato RBD che provoca questi sogni ‘recitati’ si verifica durante la fase REM del sonno e colpisce circa lo 0,5-1,25% della popolazione generale ed è più comunemente riportato negli anziani, in particolare negli uomini. Oltre ad essere pericoloso per i sognatori e i loro partner, considerata la movimentata attività notturna, l’RBD può prefigurare malattie neurodegenerative, principalmente sinucleinopatie, condizioni in cui la proteina α-sinucleina (o alfa-sinucleina) forma grumi tossici nel cervello. Non tutti i comportamenti notturni sono RBD, ricordano gli esperti. Il sonnambulismo e il parlare nel sonno, che si verificano più spesso durante l’infanzia e l’adolescenza, si verificano durante il sonno non REM. Questa differenza è chiaramente distinguibile in un laboratorio del sonno, dove i medici possono monitorare le fasi del sonno per vedere quando una persona si muove. Né l’RBD è sempre associato a una sinucleinopatia: può anche essere scatenato da alcuni farmaci come gli antidepressivi o causato da altre condizioni sottostanti come la narcolessia o un tumore del tronco cerebrale. Quando RBD si verifica in assenza di queste spiegazioni alternative, la possibilità di una malattia futura è alta. Alcuni studi epidemiologici suggeriscono che il sogno messo in atto prevede una probabilità superiore all’80% di sviluppare una malattia neurodegenerativa nel corso della vita del paziente. Potrebbe anche essere il primo segno di malattia neurodegenerativa, che in media si manifesta entro 10-15 anni dall’insorgenza del disturbo del sogno. Uno dei disturbi più comuni legati a RBD è il morbo di Parkinson, caratterizzato principalmente dalla progressiva perdita del controllo motorio. Un altro è la demenza da corpi di Lewy, in cui piccoli gruppi di α-sinucleina chiamati corpi di Lewy si accumulano nel cervello, interrompendo il movimento e la cognizione. Un terzo tipo di sinucleinopatia, l’atrofia multisistemica, interferisce sia con il movimento che con le funzioni involontarie come la digestione. RBD è uno dei più forti precursori della futura sinucleinopatia, più predittivo di altri marcatori precoci come la stitichezza cronica e un diminuito senso dell’olfatto. Negli ultimi anni sono cresciute la consapevolezza dell’RBD e la comprensione di come si relaziona alle sinucleinopatie. Studiare questo collegamento sta dando ai ricercatori idee per un intervento precoce. Questi progressi contribuiscono a un crescente apprezzamento della cosiddetta fase prodromica del Parkinson e di altri disturbi neurodegenerativi, quando compaiono i segni preliminari, ma non è stata ancora fatta una diagnosi definitiva. Tra i primi indizi per il Parkinson, “RBD è speciale”, afferma Daniela Berg, neurologa dell’ospedale universitario Schleswig-Holstein in Germania. “È il marcatore prodromico clinico più forte che abbiamo”.(30Science.com)

Lella Simone