(30science.com) – Roma, 30 nov. – “Per la prima volta, è stato osservato un comportamento unico nelle formiche, che allo stadio pupale possono produrre un fluido ricco di nutrienti, che in qualche modo può essere paragonato al latte nei mammiferi”. Lo spiega 30Science.com Patrizia d’Ettorre, professoressa presso l’Università Sorbona Parigi Nord e autrice della revisione di uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, in cui si riporta una peculiarità finora sconosciuta delle formiche.
Il team internazionale, guidato da Daniel Kronauer della Rockefeller University di New York ha infatti osservato delle colonie di formiche Ooceraea biroi e scoperto che prima della schiusa, gli esemplari allo stadio pupale possono secernere una sostanza ricca di nutrienti, paragonabile al latte prodotto dai mammiferi.
“Ovviamente non si tratta di vero e proprio latte – commenta l’esperta – ma è stato deciso di utilizzare questo termine esemplificativo per via delle sostanze nutritive che contiene. I ricercatori hanno eseguito l’analisi delle proteine racchiuse nella sostanza, identificando numerosi elementi benefici per l’organismo degli adulti e soprattutto per le larve, che se non vengono nutrite con il fluido crescono più lentamente”.
Ant colony and adult drinking from pupae in isolation. CREDIT Laboratory of Social Evolution and Behavior
Osservato in cinque diverse specie di formiche, appartenenti ai cinque principali sottogruppi noti della famiglia di insetti, questo comportamento non è stato invece rilevato nelle api.
“C’è da sottolineare – commenta d’Ettorre – che durante lo stadio pupale le api crescono all’interno di celle chiuse, che non sarebbero facilmente raggiungibili dalle operaie. In generale, sappiamo che gli insetti solitari riassorbono il liquido prodotto durante la metamorfosi, mentre le formiche, che sono considerate altamente sociali, condividono questa preziosa risorsa con la colonia. C’è da aggiungere inoltre che esistono circa 15mila specie di formiche note, e in questo lavoro gli autori hanno preso in considerazione solo cinque specie diverse, seppur rappresentative dei principali sottogruppi”. “Nei prossimi step – conclude d’Ettorre – sarà interessante studiare altre specie di formiche e altri insetti, per capire quanto questo curioso comportamento sia diffuso nella classe degli insetti e quando sia apparso nella storia evolutiva”. (30science.com)