(30Science.com) – Roma, 25 ott. – Fornire supporto alle famiglie, spesso isolate e impreparate a gestire l’ingresso nel mondo online dei propri figli. Allo stesso tempo, educarle alla gestione dei media. Questi i due principali obiettivi del progetto Patti Digitali, che da oggi si concretizza in una piattaforma per orientare, supportare e mettere in rete gli accordi tra genitori.
L’università di Milano-Bicocca lancia questa iniziativa per rispondere a una precisa esigenza emersa negli ultimi anni da molte famiglie di preadolescenti, in collaborazione con le associazioni Mec – Media Educazione Comunità, Aiart Milano – Associazione Cittadini Mediali e Sloworking.
Come dimostrano diverse indagini, oggi le famiglie si sentono spesso forzate ad anticipare l’arrivo dello smartphone nelle mani dei propri figli a seguito delle pressioni commerciali e dei coetanei. La maggior parte degli esperti di diverse discipline – dalle scienze sociali a quelle psicologiche, mediche e dell’educazione – è convinta invece che la preadolescenza non sia un momento adatto al possesso di uno smartphone personale connesso in rete. In particolare, per quanto riguarda l’accesso ai social, la legge italiana ne vieta l’utilizzo autonomo prima dei 14 anni, normativa tuttavia spesso quasi del tutto ignorata.
Il progetto Patti Digitali propone ai gruppi di genitori la sottoscrizione di 3 impegni per gestire insieme la socializzazione dei figli nell’ambiente digitale: in primo luogo, decidere in modo collettivo i tempi in cui i preadolescenti possono fare esperienza dei diversi tipi di schermi, quali contenuti sono adatti e quali strumenti consegnare; partecipare con i figli a momenti di educazione digitale, attraverso incontri di approfondimento e di scambio di esperienze che mirino all’uso degli strumenti digitali non solo per fruire di contenuti ma per crearli insieme ai propri figli, imparando e anche divertendosi; infine, regolare l’uso degli smartphone sottoscrivendo un accordo con i figli che, insieme a loro genitori ed educatori si impegnano a rispettare. In particolare: smartphone trasparente ai genitori (es. fino a 14 anni); luoghi e orari definiti per tutti (es. no a tavola, no a letto); app, social e giochi nel rispetto di leggi e indicazioni sulle età adatte.
“Sia la ricerca scientifica che i gruppi di genitori stanno mandando messaggi sempre più chiari sul fatto che l’entrata dei preadolescenti nel mondo digitale deve avvenire in modo più graduale e guidato collettivamente. – sottolinea Marco Gui, docente di sociologia dei media ed esperto di uso di Internet – “Patti Digitali” è un’iniziativa per provare insieme a tenere conto concretamente di questi messaggi”.
Il sito di Patti Digitali fa tesoro di esperienze già testate in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, con sette gruppi già attivi e offre principi guida, un vademecum, una consulenza gratuita e materiali per l’educazione digitale a chi volesse far nascere un nuovo Patto nella propria realtà.(30Science.com)