(30science.com) – Roma, 30 set. – Lo stress non colpisce allo stesso modo tutti gli ungulati in cattività. Nel mondo ci sono circa 5 miliardi di giraffe, cavalli, maiali, pecore, bufali o yak, per citarne solo alcuni tra i più conosciuti, chiusi nei recinti delle fattorie, delle abitazioni o degli zoo. Alcuni di loro sembrano essere a proprio agio, mentre altri mostrano segni di insofferenza e nervosismo in presenza di esseri umani, o movimenti ripetuti e continui come arrotolare la lingua o muovere continuamente la testa. Uno studio su larga scala effettuato dai ricercatori delle università di Aberystwyth e Portsmouth e pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the Royal Society’, ha identificato quali specie di questo grande gruppo di mammiferi siano più ‘a rischio’ di altre nello sviluppare comportamenti legati allo stress. Sono stati analizzati oltre 15mila singoli ungulati di 38 specie differenti e il risultato ha dimostrato che a generare eventuali segnali di sofferenza incidono in particolare l’alimentazione e le modalità di accoppiamento degli animali. Le specie più a rischio sono quelle che si nutrono di vegetazione fatta di alberi ad alto fusto, come i cammelli, le giraffe o gli okapia e i rinoceronti e quelle che hanno atteggiamenti sessuali promiscui, come i bufali, gli yak o le pecore e i maiali. In particolare, gli animali in cattività che non hanno un accesso costante al cibo sono quelli più colpiti da problematiche. Secondo i ricercatori, i bisogni comportamentali di una specie per sopravvivere in natura sono sostanzialmente l’accoppiamento e l’alimentazione e se questi vengono limitati dalla cattività, l’effetto può essere quello di un calo della qualità del benessere dell’animale, arrivando a sviluppare comportamenti stereotipici che spesso si osservano negli esemplari chiusi in fattorie e giardini zoologici.
Lo studio ha quindi messo in evidenza come particolari esigenze di questi animali dovrebbero essere in cima alle priorità per evitare loro lo stress e garantire un benessere. “Questa ricerca ha implicazioni molto importanti su come i grandi ungulati vengano tenuti in cattività. Adesso abbiamo una migliore visione su quali siano le specie più suscettibili allo stress in cattività e come si possa quindi affrontare il problema per migliorare il loro benessere”, ha commentato il coautore dello studio, Sebastian McBride della Aberystwyth University.
“Abbiamo scoperto che per gli ungulati avere il cibo e l’organizzazione sociale giusti è fondamentale per il loro benessere. Ad esempio, per i carnivori avere abbastanza spazio in cattività sembra essere la chiave per evitarne lo stress. Ciò dimostra l’importanza di comprendere i bisogni specifici di diversi gruppi di specie”, ha aggiunto la coautrice Leanne Proops dell’Università di Portsmouth. (30science.com)
Lella Simone
Animali: cammelli, pecore, maiali e giraffe più a rischio stress in cattività
(30 Settembre 2022)
Lella Simone