(30Science.com) – Roma, 24 giu. – Senza GPS, i veicoli autonomi si perdono facilmente. Ora un nuovo algoritmo sviluppato al Caltech (California Institute of Technology), USA, consente ai sistemi autonomi di riconoscere dove si trovano semplicemente osservando il terreno intorno a loro e, per la prima volta, la tecnologia funziona indipendentemente dai cambiamenti stagionali di quel terreno. I dettagli sono stati pubblicati il 23 giugno sulla rivista “Science Robotics”, pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science (AAAS).
La tecnica generale, nota come navigazione visiva relativa al terreno (VTRN), era stata sviluppata per la prima volta già negli anni ’60. Confrontando il terreno attorno a loro con immagini satellitari ad alta risoluzione, i veicoli autonomi possono localizzare la loro stessa posizione. Il problema è che, per funzionare, anche l’attuale generazione di VTRN richiede che il terreno in questione corrisponda strettamente alle immagini nel suo database.
Tutto ciò che altera la conformazione del terreno, come il manto nevoso o le foglie cadute in autunno, fa sì che le immagini non corrispondano e mandino in blocco il sistema. Quindi, a meno che non ci sia un database delle immagini del paesaggio in ogni condizione immaginabile, i sistemi VTRN possono risultare inutilizzabili. Per superare questa sfida, un team del laboratorio di Soon-Jo Chung, Bren Professor di Aerospace and Control and Dynamical Systems e ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory, che il Caltech gestisce per la NASA, si è rivolto al deep learning e all’intelligenza artificiale (AI).
La nuova tecnica utilizza ciò che è noto come “apprendimento auto-supervisionato” (self-supervised learning). Integrando l’attuale generazione di VTRN con il nuovo sistema si ottiene una localizzazione notevolmente più accurata. Oltre all’utilità per i droni autonomi e potenzialmente per la auto a guida autonoma sulla Terra, il sistema potrebbe avere anche applicazioni per le missioni spaziali. Il team ha preso in considerazione le regioni polari marziane che hanno intensi cambiamenti stagionali, condizioni simili alla Terra: il nuovo sistema potrebbe consentire una migliore navigazione per supportare obiettivi scientifici inclusa la ricerca dell’acqua.(30Science.com)