Valentina Di Paola

C’è un legame tra intelligenza infantile e longevità dei genitori

(21 Ottobre 2025)

Roma – Esiste una significativa correlazione genetica tra la funzione cognitiva infantile e la longevità dei genitori. A scoprirla uno studio, pubblicato sulla rivista Genomic Psychiatry, condotto dagli scienziati dell’Università di Edimburgo. Il team, guidato da David Hill e Ian Deary, ha affrontato un enigma di lunga data nell’epidemiologia cognitiva. I risultati, commentano gli autori, contribuiscono a spiegare perché i bambini più intelligenti tendono a vivere più a lungo. Il gruppo di ricerca ha esaminato le associazioni genomiche su 12.441 individui per la funzione cognitiva infantile e di 389.166 individui per la longevità dei genitori. Questi enormi set di dati hanno permesso di calcolare la prima correlazione genetica tra l’intelligenza misurata specificamente durante l’infanzia e la durata della vita, evitando i potenziali effetti confondenti che possono verificarsi quando la funzione cognitiva viene misurata in età adulta. Gli autori hanno scoperto che la correlazione genetica tra funzione cognitiva infantile e l’età di vita dei genitori era pari a 0,35, indicando una sostanziale eziologia genetica condivisa. Quando la funzione cognitiva viene misurata negli adulti, una cattiva salute potrebbe influenzare sia le prestazioni cognitive che la longevità. Al contrario, spiegano gli esperti, nei bambini è possibile concentrarsi sulla relazione puramente genetica tra intelligenza precoce e durata della vita. Precedenti ricerche epidemiologiche hanno stabilito che per ogni aumento di deviazione standard nei punteggi dei test cognitivi infantili, si è registrato un rischio di morte inferiore del 24 per cento durante i periodi di follow-up compresi tra 17 e 69 anni. Questa relazione persisteva in diversi paesi, tra cui Regno Unito, Danimarca, Israele e Svezia, e non era pienamente spiegata dalla posizione socioeconomica durante l’infanzia o dal livello di istruzione raggiunto in età adulta. Un’intelligenza più elevata durante l’infanzia, ipotizzano gli studiosi, può portare a migliori risultati scolastici, scelte di vita più sane e posizioni socioeconomiche più favorevoli, tutti fattori che contribuiscono a una vita più lunga. Nei prossimi approfondimenti sarà interessante esplorare se specifiche regioni cromosomiche mostrino correlazioni più forti, potenzialmente identificando bersagli terapeutici. Allo stesso tempo, esaminare come questa relazione genetica varia tra diverse popolazioni potrebbe rivelare importanti informazioni sulle interazioni gene-ambiente. Il lavoro solleva anche interessanti interrogativi sulle prospettive evolutive su intelligenza e longevità. “I nostri risultati – scrivono gli scienziati – hanno importanti implicazioni per la medicina personalizzata e gli interventi di salute pubblica”. “Sebbene i fattori genetici non possano essere modificati direttamente – concludono – l’identificazione precoce degli individui a rischio potrebbe consentire interventi mirati per ottimizzare i percorsi di salute. Le politiche educative e gli interventi per la prima infanzia potrebbero avere benefici per la salute pubblica più ampi di quanto precedentemente stimato”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).