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Le balene fertilizzano gli oceani: fino al 10 per cento in più di plancton

(21 Ottobre 2025)

Roma – Le balene fertilizzano il mare: fino a +10% di fitoplancton. Le balene con fanoni riciclano azoto, fosforo e oligoelementi tramite feci e urina, aumentando la produttività del fitoplancton fino al 10% nelle zone oceaniche povere di nutrienti durante l’estate. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e firmato da Carla Freitas (Institute of Marine Research, Norvegia) con Morten D. Skogen e colleghi, che ha misurato i nutrienti rilasciati in mare da megattere, balenottere e altre specie nei mari Nordico e di Barents e li ha inseriti in modelli ecosistemici ad alta risoluzione. Gli autori hanno quantificato i rilasci giornalieri di nutrienti tramite analisi multi-elemento di feci e urina e hanno valutato l’impatto sulla produzione primaria con il modello NORWECOM.E2E. Risultato: l’azoto è emesso principalmente con l’urina, mentre fosforo e microelementi (ferro, zinco, rame, manganese) sono veicolati soprattutto dalle feci; l’effetto medio annuo è in genere modesto (circa +0,6%), ma raggiunge picchi fino a +10% in estate nelle aree offshore distanti da altre fonti di nutrienti. “I nostri dati – ha spiegato Freitas – mostrano che il riciclo di nutrienti operato dalle balene sostiene la produttività oceanica proprio quando e dove i nutrienti superficiali scarseggiano”. Le stime indicano che, durante la stagione di alimentazione, le popolazioni di balene dell’area di studio riciclano ogni giorno oltre 800 tonnellate di azoto e più di 300 tonnellate di fosforo, con variazioni spaziali legate all’abbondanza delle specie e alla dieta (krill o pesce). Su base annua, l’apporto riciclato raggiunge 147 mila tonnellate di azoto e 59 mila tonnellate di fosforo, oltre a decine di tonnellate di ferro, zinco, rame e manganese. “Il contributo – ha sottolineato Skogen – è particolarmente evidente nel bacino del Mare di Norvegia e lungo il margine dei ghiacci del Mare di Barents, dove la stratificazione estiva limita il rifornimento naturale di nutrienti”. Secondo le simulazioni, l’aumento di produzione primaria si propaga a cascata lungo la rete trofica, con una crescita della biomassa di mesozooplancton fino al 10%, cioè degli organismi che trasferiscono l’energia dal fitoplancton ai livelli superiori, inclusi pesci commerciali. “Questi effetti – ha precisato Freitas – evidenziano l’importanza ecologica delle popolazioni di balene e suggeriscono che conservazione e ripristino possano rafforzare la resilienza degli ecosistemi marini”.(30Science.com)

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