Roma – Per la prima volta, un rene è stato trapiantato da un gruppo sanguigno A ad un paziente con gruppo 0. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Biomedical Engineering, condotto dagli scienziati dell’Università della British Columbia. Il team, guidato da Stephen Withers e Jayachandran Kizhakkedathu, ha utilizzato degli enzimi speciali per prevenire i problemi associati alla mancata compatibilità e ridurre il rischio di rigetto dell’organo. Il lavoro, commentano gli esperti, segna un passo importante per la donazione di organi, perché potrebbe ridurre notevolmente le tempistiche necessarie ad ottenere organi utili al trapianto. Nell’ambito dell’indagine, il rene convertito è stato impiantato in un paziente in stato di morte cerebrale, grazie al consenso della famiglia. L’approccio ha permesso ai ricercatori di osservare la risposta immunitaria dell’organismo in condizioni di sicurezza. Per due giorni, riporta l’equipe, il trapianto ha funzionato senza segni di rigetto. Entro il terzo giorno, alcuni marcatori del gruppo sanguigno sono ricomparsi, innescando una lieve reazione, ma il danno è stato meno grave rispetto a quanto avviene in caso di incompatibilità. “Questo lavoro – afferma Withers – fornisce informazioni preziose su come migliorare i risultati a lungo termine”. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori si sono concentrati sulla produzione di sangue universale, eliminando gli zuccheri che definiscono i gruppi sanguigni: tali antigeni, continuano gli studiosi, rivestono i vasi sanguigni degli organi. In generale, se il sistema immunitario del ricevente rileva l’antigene sbagliato, lo attacca. Per questo motivo, i pazienti con gruppo 0, pur essendo donatori universali, possono ricevere solo dallo stesso gruppo sanguigno, e le stime indicano che in genere aspettano dai due ai quattro anni in più per un trapianto rispetto al resto delle tipologie di sangue. I metodi tradizionali per superare tale incompatibilità prevedono diversi giorni mirati a eliminare gli anticorpi e sopprimere il sistema immunitario del ricevente. Il nuovo sistema proposto dagli scienziati, permette di agire direttamente sull’organo piuttosto che sul paziente. Ciò potrebbe migliorare notevolmente la tempestività, decisamente centrale nelle operazioni di donazione e trasferimento organi. Gli antigeni dei gruppi sanguigni agiscono come etichette identificative sulle cellule, e gli enzimi del gruppo sanguigno sviluppati dal gruppo di ricerca agiscono come forbici molecolari, rendendo il sangue compatibile con il gruppo 0. I prossimi step prevedono l’approvazione normativa per le sperimentazioni cliniche, per consentire la creazione di sangue universale da donatore. “Il potenziale di questo approccio è estremamente interessante – conclude Withers – siamo vicini al passaggio dalla ricerca di base all’applicazione clinica. Siamo sempre più vicini all’uso di questi metodi nella pratica, il che potrebbe beneficiare moltissimi pazienti a livello globale”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Donazione organi, il gruppo sanguigno non è più così importante
(6 Ottobre 2025)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).