Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ricercatori chiedono al Ministro Bernini un piano straordinario per i contratti PNRR in scadenza

(16 Settembre 2025)

Roma – Salvare e stabilizzare i contratti di ricerca iniziati grazie ai fondi PNRR, assicurando continuità ai loro posti di lavoro e ai loro progetti. È quanto chiedono i ricercatori del Comitato di Coordinamento Nazionale dei Ricercatori e delle Ricercatrici a Tempo Determinato PNRR in una lettera al Ministro dell’Università e della Ricerca (MUR) Anna Maria Bernini, al segretario generale del MUR Marco Mancini e ai parlamentari della 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. “Siamo ricercatori e ricercatrici – scrivono – tempo determinato assunti nelle Università Italiane grazie alle risorse PNRR e siamo tra i promotori degli appelli, purtroppo rimasti inascoltati, che nei mesi passati hanno cercato di portare all’attenzione delle Istituzioni la grave situazione nella quale ci troviamo in vista dell’imminente scadenza dei nostri contratti. Come sapete infatti, il rapporto di lavoro di molti di noi con le Università terminerà molto presto (tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026)”. “Purtroppo – continuano – le difficoltà finanziarie nelle quali si trova la maggioranza degli Atenei Italiani fa sì che questi non siano in grado di inserire nelle loro programmazioni un numero di concorsi da RTT sufficiente a garantire prospettive di continuità di carriera non solamente alla totalità dei ricercatori a tempo determinato con contratti in scadenza, ma nemmeno per quelli che hanno dimostrato in questi anni di avere profili di ricerca decisamente adeguati e con tutti i titoli per poter ambire a integrare in modo strutturale i dipartimenti nei quali hanno lavorato, con grande vantaggio per tutto il sistema universitario italiano”. Per far fronte al problema, i ricercatori chiedono alla politica risposte urgenti: “Per evitare che l’enorme potenziale umano che rappresentiamo vada sprecato con la fine immotivata delle nostre carriere e che le risorse investite su di noi si tramutino in uno spreco invece che in un investimento, torniamo a ribadire con somma urgenza la necessità di un piano straordinario che tenga conto del numero di ricercatori a tempo determinato con contratti in scadenza (non solamente quindi quelli finanziati con fondi PNRR) e delle capacità che i ricercatori hanno dimostrato in questi anni a valle del loro lavoro. Essendo consapevoli che tale misura richiederebbe tempi più lunghi rispetto a quelli che rimangono prima della scadenza dei nostri contratti, sottolineiamo la necessità di trovare soluzioni atte a garantire continuità alle nostre carriere nell’attesa che si identifichino le risorse finanziarie ed i criteri per la ripartizione dei posti associati alle stesse. Chiediamo quindi di garantire uno stanziamento urgente di fondi in favore degli atenei per poter garantire le proroghe dei nostri contratti da RTDa in scadenza. Presumendo che anche per questa opzione i tempi tecnici per l’attribuzione di tali fondi potrebbero essere verosimilmente più lunghi di quelli richiesti per avviare le procedure di richiesta di proroga rispetto ai regolamenti degli atenei, suggeriamo che potrebbe rendersi necessario un intervento normativo a livello nazionale che permetta di prorogare i contratti anche se a brevissima distanza dalla loro scadenza, vista la straordinarietà della situazione”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla