Roma – I bonobo sono in grado di tenere mentalmente traccia degli individui familiari, anche se non sono a portata di vista. Lo dimostra uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, condotto dagli scienziati del Social and Cognitive Origins Group della Johns Hopkins University. Il team, guidato da Chris Krupenye, ha considerato un esemplare di nome Kanzi per valutare se e in che modo i bonobo siano in grado di tenere traccia dei loro compagni di gruppo. “Si ritiene – afferma Krupenye – che l’intelligenza sociale sia ciò che rende gli esseri umani unici. Eppure, chiunque lavori con le scimmie ha la forte sensazione che anche per loro il mondo sociale sia estremamente importante e che siano in grado di tenere traccia degli individui con cui interagiscono maggiormente”. Bonobo e scimpanzé in natura vivono spesso in fitte foreste dove i loro compagni di gruppo si allontanano regolarmente dalla vista, quindi anche loro trarrebbero beneficio dalla capacità di tenere traccia mentalmente dei compagni di gruppo che non possono vedere. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno dimostrato che i primati in effetti riconoscono i volti e le vocalizzazioni dei compagni di gruppo familiari, anche dopo anni di distanza. Durante gli esperimenti, mentre Kanzi osservava, due assistenti che conosceva bene si nascondevano dietro barriere diverse. Successivamente, gli scienziati mostravano al bonobo la foto di uno dei due assistenti, chiedendogli di indicare dove si trovasse quella persona. “Kanzi ha capito molto rapidamente il compito e lo ha svolto bene – riporta Luz Carvajal, altra firma dell’articolo – e in un’altra sessione, il primate è stato in grado di identificare i caregiver solamente attraverso la loro voce. In questo caso, infatti, gli assistenti nascosti dietro le barriere salutavano Kanzi senza farsi vedere. Il resto dell’esperimento è rimasto uguale: abbiamo mostrato la foto a Kanzi chiedendogli dove si trovassero gli assistenti”. I risultati, spiegano gli esperti, dimostrano che il bonobo ha la capacità di utilizzare la voce come marcatore di identità. Sebbene Kanzi abbia commesso errori in tutti gli esperimenti, i dati evidenziano la capacità di tracciare mentalmente e ricordare la posizione di più persone familiari contemporaneamente. Nei prossimi step, il gruppo di ricerca spera di testare i limiti di quanti individui le scimmie riescono a seguire mentalmente contemporaneamente e per quanto tempo durano questi ricordi, per comprendere meglio cosa accade nella mente delle scimmie durante la separazione. “Questi animali sono ricchi e complessi – conclude Krupenye – capirli ci aiuterà a comprendere meglio noi stessi, ma potrebbe anche fornirci informazioni preziose per salvare le specie in via di estinzione”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Le scimmie sanno tenere traccia dei loro affetti
(20 Agosto 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).