Roma – Marte non ha poli magnetici e ha un’atmosfera molto sottile. Pertanto, i ricercatori hanno ipotizzato che fosse impossibile che Marte avesse aurore. Nel 2005, sono emersi i primi segnali di aurore su Marte, sebbene fossero completamente diversi da quelli sulla Terra. Da allora, gli scienziati hanno cercato di comprendere meglio il fenomeno. “Poiché Marte non ha un campo magnetico globale come quello terrestre, le interazioni tra le particelle provenienti dal sole e l’atmosfera sono completamente diverse. Su Marte ci sono diversi tipi di aurore che non esistono qui. Finora, tutte le misurazioni sono state effettuate nello spettro UV, che non possiamo vedere. Poiché ci sono aurore nello spettro UV, abbiamo pensato che probabilmente esistessero anche in diverse lunghezze d’onda, ma non avevamo strumenti in grado di misurarle”, spiega la ricercatrice Elise Wright Knutsen dell’Università di Oslo. Le aurore visibili a noi erano tra le principali speranze dei ricercatori. Il rover Perseverance è equipaggiato con molti tipi diversi di strumenti. Due di questi potrebbero catturare le aurore nello spettro visibile se esistessero davvero. “Marte è un pianeta molto speciale. Ha una magnetosfera indotta, il che significa che prende in prestito una parte del campo magnetico solare. Inoltre, presenta resti di un campo magnetico che aveva diversi miliardi di anni fa, ma che non è più attivo. Osserviamo che ci sono alcuni punti in cui la crosta del pianeta è magnetizzata. Ciò significa che abbiamo regioni locali con campi magnetici. È lì che sono state scoperte le prime tracce di aurore”, spiega Knutsen. Le aurore osservate di recente dai ricercatori non hanno nulla a che fare con queste aree magnetiche locali. Le aurore osservate si verificano in concomitanza con tempeste solari, proprio come sulla Terra, ma coprono l’intero pianeta. Questo tipo di aurora è stato scoperto per la prima volta nel 2015, ma finora ne sono state effettuate solo poche misurazioni, tutte nello spettro UV, riferisce Knutsen. Da quando Knutsen ha iniziato il progetto due anni fa, il suo sogno più grande è stato catturare un’immagine dell’aurora su Marte. Spiega che è stato uno sforzo immenso ottenere questa immagine. Quasi ogni giorno ha monitorato gli avvisi di tempesta solare e le simulazioni di come le tempeste si propagano nel sistema solare. Questi dati vengono pubblicati dalla NASA ogni volta che si verifica una tempesta solare. In questo modo, Knutsen è riuscita a verificare se la tempesta avrebbe colpito Marte in un modo tale da renderne possibile la cattura, e se si trattava del tipo di tempesta solare che avrebbe potuto produrre aurore visibili.(30Science.com)

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