Valentina Di Paola

Per capire l’invecchiamento occorre studiare le cellule staminali

(8 Luglio 2025)

Roma – L’analisi delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) derivate da centenari potrebbe contribuire a chiarire i meccanismi legati all’invecchiamento sano. Lo suggerisce il ricercatore Mateus Vidigal de Castro, dell’Università di San Paolo, in Brasile, protagonista di un’intervista pubblicata sulla rivista Genomic Press. L’esperto, insieme alla collega Mayana Zatz, studia le cellule iPSC delle persone ultracentenarie, con una particolare attenzione nei confronti delle persone guarite dal Covid-19. “La pandemia – afferma de Castro – mi ha portato a rivedere completamente il mio progetto di ricerca, vista la difficoltà di raccogliere campioni di sangue. Ci siamo quindi concentrati sui centenari guariti come modelli di resilienza”. Questi individui, che hanno vissuto oltre 110 anni, forniscono esempi preziosi per l’analisi dei meccanismi associati all’invecchiamento sano. Il team ha quindi confrontato le cellule di queste persone con quelle prelevate da giovani infettati da SARS-CoV-2 con conseguenze gravi. Questo approccio ha permesso di osservare come le cellule riprogrammate di individui eccezionalmente longevi si comportano in condizioni di laboratorio. La ricerca comprende anche studi su rare sindromi cellulari, offrendo una prospettiva complementare sui processi di invecchiamento. Esaminando sia l’invecchiamento accelerato che quello eccezionalmente lento, il gruppo di ricerca spera di identificare i principali percorsi cellulari che influenzano la longevità. Questi risultati potrebbero contribuire alla definizione di approcci terapeutici per le malattie legate all’età. “Il Brasile – conclude de Castro – è un paese con enormi disuguaglianze, il che ha un impatto inevitabile sulla scienza. La diversità genetica riscontrata nelle popolazioni brasiliane potrebbe rivelare informazioni uniche sui meccanismi della longevità. Speriamo di riconoscere i percorsi cellulari associati alle cellule centenarie in modo da progettare strategie mirate a contrastare e prevenire le malattie legate all’età”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).