Valentina Arcovio

Giornata mondiale bikini: via campagna social per le donne dopo un cancro al seno

(2 Luglio 2025)

Roma – Indossare un bikini in estate è un gesto semplice, che può trasformarsi in un atto di profondo valore psicologico. Dopo un tumore al seno, il rapporto con il proprio corpo cambia radicalmente: cicatrici, asimmetrie, protesi e mastectomie non sono solo segni fisici, ma anche emotivi. In occasione della Giornata mondiale del bikini, che si celebra il 5 luglio, la Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus, al fianco delle donne che hanno superato o stanno affrontando un tumore al seno, lancia la campagna social: “Bikini e Tumore al Seno: Quando la Pelle Racconta un vissuto”. L’obiettivo è dare visibilità alla dimensione psicologica della malattia. Perché se è vero che, per fortuna, oggi si parla tanto di tumore al seno in termini di prevenzione e di cura, le donne raccontano ancora poco del loro stato d’animo e di come si sentono a vivere in un corpo “diverso”. La campagna prevede di diffondere la consapevolezza di questo momento di esposizione post-operatorio e contribuisce all’ascolto psicologico dedicato alle donne che, dopo il percorso oncologico, desiderano ritrovare una relazione positiva con il proprio corpo. Per partecipare basta inviare in direct di Istagram della pagina Beautiful After Breast Cancer Italia un’immagine di come, dopo un tumore al seno, le donne interpretano e vivono il bikini. Non è richiesta necessariamente una propria foto in costume, ma cosa rappresenta ora il bikini con una breve motivazione. In alternativa si può postare la propria foto, taggando la BABC e aggiungendo l’hashtag #QuandolaPelleRaccontaunvissuto. “Per molte donne, tornare a esporsi in costume – afferma Donatella Ionata, psicologa e Psicoterapeuta – significa affrontare lo specchio, la spiaggia, lo sguardo degli altri, ma soprattutto se stesse. È un passaggio fondamentale nel percorso di accettazione e guarigione interiore”. Marzia Salgarello, chirurgo plastico presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Presidente BABC Italia Onlus, continua: “Quando si indossa nuovamente il bikini dopo una ricostruzione al seno, si teme che qualsiasi irregolarità o differenza tra le mammelle possa essere notata. In realtà, con le nuove tecniche di ricostruzione mammaria protesica prepettorale, mi sento di rassicurare le donne. Queste tecniche, infatti, rendono la ricostruzione più naturale, perché la protesi è posizionata davanti al muscolo e quindi si comporta in modo simile al seno di prima della mastectomia. Anche nella posizione sdraiata. Inoltre, con l’uso di costumi ad hoc si può ridurre al minimo questo problema. Grazie alle moderne protesi è possibile ottenere un risultato naturale che uniforma il seno ricostruito a quello sano. In questo periodo dell’anno la mia equipe ed io riceviamo numerose foto di pazienti che sfoggiano orgogliose il costume da bagno. In quelle immagini c’è innanzitutto la gioia di aver superato un periodo difficile, ma anche quella di ritrovare il proprio corpo, in alcuni casi ancor più bello di prima. È questo soprattutto il caso delle pazienti che hanno ricevuto una ricostruzione bilaterale dopo una mastectomia bilaterale, in cui, quindi, i due seni sono davvero molto simili”. Un risultato “naturale”. “Nel caso la paziente sia stata sottoposta ad una ricostruzione con lembi, ovvero con i propri tessuti e non con la protesi, avrà di certo – dichiara Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell’U.O.C. di Chirurgia Plastica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma, e vicepresidente BABC Italia Onlus – un aspetto ancora più naturale che le garantirà anche, nell’immediato, una maggiore simmetria rispetto all’altro seno. Inoltre, i risultati della ricostruzione con lembi sono più stabili nel tempo: il seno ricostruito seguirà i cambiamenti fisiologici del corpo, ingrassando se la paziente prende peso e invecchiando con lei. Sarà soggetto alla forza di gravità, come fa il seno originario. Questo tipo di intervento, però, necessita di “attingere” tessuto, principalmente dall’addome, e pertanto non è indicato nelle pazienti particolarmente magre. Le pazienti che presentano, invece, una pancia un po’ più pronunciata, possono ricostruire la mammella prelevando il tessuto proprio da quel distretto e l’incisione verrà fatta in una zona che cade sotto lo slip e che pertanto risulterà invisibile anche in costume, analogamente a quanto avviene per un addominoplastica estetica”. Le esperte elencano una serie di consigli utili: “Consigliamo alle pazienti di utilizzare una protezione solare 50+ anche sotto il costume, applicata più volte al giorno, e di esporsi al sole solo nelle ore più fresche, evitando quindi le ore centrali della giornata. Nessun problema per il bagno a mare. Il consiglio però è di fare una doccia con acqua dolce subito dopo per evitare irritazioni della pelle che l’acqua salina può comportare. Un altro utile accorgimento in caso di ricostruzione autologa è quello di utilizzare i cerotti al silicone sulla cicatrice. In questo modo si otterrà la protezione completa delle cicatrici quasi come se fosse uno schermo solare totale applicato in permanenza, e si favorisce anche una migliore cicatrizzazione della pelle”. Ionata conclude: “Le cicatrici non devono essere cancellate, ma comprese. Ogni segno sulla pelle racconta un atto di autenticità. Un bikini può diventare lo spazio dove la donna si riappropria del proprio corpo e della propria femminilità, senza giudizio né vergogna. Occorre un nuovo sguardo sul proprio corpo: non perfetto, ma pieno di significato”.(30Science.com)

Valentina Arcovio