Lucrezia Parpaglioni

La telemedicina anche per i gatti con problemi di salute cronici

(6 Giugno 2025)

Roma – La telemedicina può migliorare l’assistenza ai gatti affetti da problemi di salute cronici, in particolare l’artrite felina. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, Davis, guidati da Grace Boone e Carly Moody, pubblicato sulla rivista Frontiers in Veterinary Science. Lo studio ha coinvolto 106 proprietari di gatti con problemi di mobilità, suddivisi in un gruppo sperimentale che ha partecipato a sei visite video nel corso di quattro mesi e un gruppo di controllo che ha ricevuto solo questionari. Durante le videochiamate, condotte da personale qualificato, i proprietari hanno potuto porre domande e ricevere consigli non medici su come migliorare l’ambiente domestico per alleviare il disagio dei loro animali. Tra i suggerimenti forniti vi erano l’uso di ciotole rialzate, lettiere più ampie e gradini per facilitare l’accesso ai luoghi preferiti. I risultati hanno evidenziato che oltre il 95% dei partecipanti era disposto a pagare per visite di telemedicina, sebbene a un costo leggermente inferiore rispetto alle visite in clinica. I proprietari hanno riferito un aumento della consapevolezza e della sicurezza nella cura dei propri gatti, grazie alla possibilità di ricevere supporto senza dover affrontare lo stress del trasporto e dell’ambiente clinico. Gli autori sottolineano che la telemedicina non sostituisce la visita veterinaria tradizionale, ma la integra, offrendo un supporto continuo e personalizzato che può migliorare il benessere degli animali e facilitare la gestione domiciliare delle malattie croniche. Il passo successivo della ricerca sarà valutare l’efficacia concreta degli interventi suggeriti e la loro reale incidenza sul miglioramento della qualità di vita dei gatti. Questa innovativa modalità di assistenza rappresenta un importante strumento per ridurre lo stress sia degli animali che dei proprietari, favorendo un rapporto più stretto e collaborativo tra veterinari, pazienti e famiglie. La ricerca è stata finanziata dall’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals e dalla fondazione Maddie’s Fund, con la collaborazione di ricercatori anche dalla Mayo Clinic e dalle università di Calgary e Montreal. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.