Roma – I topolini possono sviluppare un senso di incarnazione di un arto artificiale, riconoscendo una protesi come parte del proprio corpo. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Biology, condotto dagli scienziati del Centre National de la Recherche Scientifique. Il team, guidato da Luc Estebanez, ha dimostrato che il processo di incarnazione può essere attivato e misurato anche nei modelli murini. Il senso di incarnazione, spiegano gli esperti, si manifesta quando percepiamo i nostri arti come parte di noi stessi, e può essere compromesso da lesioni cerebrali che portano alla perdita del riconoscimento di alcune parti del corpo. Per i pazienti che subiscono un’amputazione, l’uso efficiente di una protesi può essere ostacolato dalla mancanza di incarnazione. In un contesto sperimentale, è possibile costruire o interrompere il senso di incarnazione di un arto artificiale manipolando la coincidenza temporale di stimolazioni tattili e visive. In particolare, nell’esperimento dell’illusione della mano di gomma, un arto di gomma viene posizionato in una posizione che lo rende visibile al partecipante, mentre la mano reale è nascosta alla vista. Sia la mano reale nascosta che quella artificiale visibile vengono accarezzate in sincronia con un pennello. Un’ampia percentuale dei soggetti coinvolti in questi esperimenti riferisce che, dopo questa stimolazione, la mano di gomma che vedono è l’arto reale. Per comprendere le basi fisiologiche dell’incarnazione, i ricercatori hanno sviluppato un analogo protocollo di incarnazione dell’illusione della mano di gomma dei modelli murini. Gli scienziati hanno presentato ai topolini una replica statica artificiale stampata in 3D del loro arto destro, mentre la controparte biologica era mantenuta in posizione al di sotto della piattaforma e nascosto alla vista. Durante una sequenza di accoppiamento, gli sperimentatori hanno applicato stimoli sensoriali ai due arti. Quindi, i ricercatori hanno lasciato cadere un oggetto appuntito verso l’arto anteriore artificiale che era nel campo visivo dell’animale. Durante questa sequenza, lo sguardo dei topi è stato monitorato con una videografia ad alta velocità. I topolini hanno concentrato lo sguardo sulla minaccia per diversi secondi quando i tratti del pennello erano sincroni, ma non quando erano asincroni. La risposta comportamentale è stata anche più forte quando l’arto anteriore artificiale sembrava simile a un arto rispetto a un oggetto a forma di cubo bianco. Questo lavoro, commentano gli autori, ha implicazioni pratiche per lo studio dell’incarnazione degli arti anteriori in un modello che offre scenari sperimentali senza precedenti. Allo stesso tempo, i risultati supportano la teoria secondo cui i roditori possono mostrare comportamentali dell’incarnazione in contesti che notoriamente innescano il processo negli esseri umani. “L’illusione della mano di gomma – concludono gli autori – rappresenta un punto fermo nello studio della rappresentazione corporea negli esseri umani, ma finora non esisteva un equivalente di questo test nei modelli murini. Questo lavoro apre molte opportunità per comprendere meglio i meccanismi di base della proprietà corporea e applicarli, ad esempio, per migliorare le protesi” (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).