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Ansia da allergia alimentare a 10.000 metri di altezza

(6 Dicembre 2024)

Roma – “Viaggiare con un’allergia alimentare è come giocare alla roulette”. Pare infatti che le compagnie aeree, almeno quelle americane, non siano in grado di garantire servizi adeguati a questi loro ospiti, che affrontano le trasferte con stati di ansia e agitazione. È quanto emerge da una indagine, condotta dal Center for Food Allergy and Asthma Research della Northwestern University (CFAAR), pubblicata su The Journal of Allergy and Clinical Immunology, su oltre 4.700 pazienti e famiglie a livello mondiale con allergie alimentari che dichiarano incertezza sul rispetto di specifiche disposizioni e sistemazioni concordate al momento della prenotazione del volo. Tra queste informare l’intero equipaggio del loro problema di allergie alimentari (20%), l’allestimento di aree cuscinetto prive di allergeni (17%) o servire cibi prive di allergeni a bordo (23%). Richieste disattese, a detta degli utenti, una volta saliti a bordo dell’aereo. E, la beffa, e che in molti casi i viaggiatori avrebbero dovuto firmare un documento che esentava la compagnia aerea da ogni responsabilità (5%) o fornire un certificato medico di idoneità a volare (12%) prima di salire sull’aereo. Non ultimo, i partecipanti all’indagine denunciano casi di confisca alla dogana o da parte di agenti della sicurezza, di epinefrina o cibi sicuri per le allergie. “I risultati della nostra ricerca
mostrano che il viaggio aereo rappresenta un fattore di stress importante per coloro che sono affetti da allergie alimentari, al punto che la scelta di volare con una compagnia area piuttosto che un’altra è condizionata dalla politiche che l’azienda ha intrapreso in tema di allergie alimentari, prioritarie rispetto ad
altri fattori come la vicinanza dell’aeroporto al domicilio, la durata del volo e il prezzo”, ha dichiarato Christopher Warren, direttore del population health research del Northwestern’s CFAAR. “Chiediamo che le sistemazioni e disposizioni concordate prima del viaggio vengano rispettate a 30.000 piedi di altezza”, ha aggiunto la coautrice dello studio Lianne Mandelbaum, tra le principali sostenitrici dell’implementazione di misure di sicurezza aerea a tutela di passeggeri con allergie alimentari e fondatrice dell’organizzazione non- profit No Nut Traveler. “Ad esempio non è certo se e come i membri dell’equipaggio gestiranno le allergie alle noci, aggiungendo un enorme stress inutile al passeggero”, ha affermato Mandelbaum. “Volare con allergie alimentari è come giocare alla roulette russa, in cui in ogni volo giocano un ruolo importante la casualità e il colpo di fortuna”. Alcune segnalazioni giunte a No Nut Traveler testimoniano di viaggiatori allergici cacciati dai voli per aver chiesto di fare un annuncio o di essere stati derisi da assistenti di volo e
altri passeggeri. I quali hanno solo la “pretesa” che vengano messe in atto le precauzioni richieste alla prenotazione, secondo gli accordi presi. Tra queste, la possibilità di salire a bordo prima del volo e pulire il proprio spazio per rimuovere eventuali allergeni e di allestire una “zona cuscinetto” in cui non vengano serviti allergeni, senza dover dimostrare la loro problematica con un certificato medico per affrontare il viaggio. “Molti viaggiatori rinunciano a dichiarare la loro allergia alimentare, pur consapevoli delle implicazioni di questa decisione”, ha aggiunto Warren, professore associato di medicina preventiva presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine. “La maggior parte degli intervistati è certo che il proprio stato di ansia sarebbe meglio gestito e governato se le compagnie aeree implementassero sistematicamente politiche appropriate e uno su tre ricorda casi in cui una compagnia aerea o un membro dell’equipaggio si sono adoperati per soddisfare alle necessità di allergia alimentare, tra cui adeguate sistemazioni; attenzioni spesso dovute a esperienze personali di allergie alimentarsi di membri dell’equipaggio”. “È una sorpresa trovare nella borsa medica di bordo autoiniettori di epinefrina non scaduti pronti all’uso, un salvavita per pazienti a rischio anafilassi e che rappresentata un fattore più che tranquillizzante”, ha concluso l’autore senior Ruchi Gupta, che dirige il CFAAR e che ha esperienza diretta nella delle allergie alimentari durante i viaggi aerei. Lo studio ha coinvolto oltre 40 istituti di ricerca a livello mondiale e organizzazioni di difesa dei pazienti con il fine di comprendere meglio le esperienze, le barriere e i facilitatori desiderati per un viaggio aereo sicuro per viaggiatori con allergie alimentari.(30Science.com)

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