Valentina Di Paola

L’evoluzione del cervello è legata all’uso di strumenti

(19 Novembre 2024)

Roma – I cambiamenti strutturali nel cervello dei primi esseri umani potrebbero aver favorito l’uso preciso di strumenti, stimolando l’evoluzione bioculturale. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati del Centro Senckenberg per l’evoluzione umana e il paleoambiente presso l’Università di Tubinga. Il team, guidato da Alexandros Karakostis, ha registrato le onde cerebrali di un gruppo di partecipanti mentre utilizzavano strumenti di pietra simili a quelli realizzati dai primi esseri umani. “Le innovazioni tecnologiche – afferma Karakostis – sono state cruciali per l’evoluzione umana. Siamo interessati a individuare gli sviluppi cognitivi necessari per l’uso di strumenti di pietra”. Nell’ambito dell’indagine, gli autori hanno valutato due diversi tipi di utilizzo di utensili. Ai volontari è stato chiesto di rompere noci usando una pietra come un martello e, successivamente, di intagliare motivi nella pelle usando pietre scheggiate.

Un ricercatore mostra i compiti che i partecipanti sono stati chiamati a svolgere durante l’esperimento: a sinistra, schiacciare noci e a destra, tagliare la pelle usando utensili di pietra. Foto: Brienna Eteson/Fonte: Affinito et al., 2024

“Abbiamo replicato le forme dei reperti archeologici – riporta Simona Affinito, altra firma dell’articolo – l’abitudine di schiacciare le noci con le pietre è stata osservata anche in alcuni animali, mentre l’uso di schegge per tagliare è tipico della specie umana”. I modelli di attività nei cervelli dei partecipanti sono stati registrati da un elettroencefalogramma (EEG) mentre i soggetti cercavano di completare i compiti. “Il nostro lavoro – aggiungono gli scienziati – fornisce prove empiriche a supporto di modelli distinti di attività cerebrale durante diversi comportamenti e fasi dell’uso precoce degli utensili da parte degli ominidi. Il coinvolgimento delle regioni frontoparietali, in particolare durante la fase di mira, evidenzia l’importanza di queste aree cerebrali nella pianificazione delle azioni motorie”. “Sebbene entrambi i compiti richiedessero uno sforzo cognitivo – conclude Karakostis – l’uso di strumenti da intaglio comportava un’attività cerebrale significativamente più estesa rispetto allo schiacciare noci. Queste differenze evidenziano implicitamente le prestazioni cognitive richieste per compiti di precisione nell’utilizzo degli utensili. È ragionevole ipotizzare che questi cambiamenti abbiano contribuito allo sviluppo delle capacità necessarie per plasmare l’ambiente circostante in modo nuovo”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).