Roma – “Le attività della Fondazione sono rivolte al futuro e il nostro futuro si costruisce anche sostenendo i giovani che si stanno approcciando alla carriera scientifica”. Con queste parole, Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT, ha annunciato i vincitori degli INF-ACT Early Career Awards 2024, cerimonia che si terrà a Pavia il 12 settembre prossimo come parte del secondo meeting annuale della fondazione.
“Lo scopo della Fondazione è creare una rete di supporto che ci tuteli nel caso di una nuova epidemia infettiva e per farlo, fin dall’inizio, abbiamo capito che era fondamentale agire sul presente ma anche sul futuro, per garantire una continuità ai nostri investimenti.” – Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT – “Il presente è fatto dal i tanti soggetti che possono contribuire, dalle università, ai singoli scienziati, fino cliniche ospedaliere e le società private, come pure il mondo veterinario. Tutti stanno mettendo a disposizione le loro competenze e tecnologie per lavorare su questi temi attraverso collaborazioni sempre più strette e multidisciplinari. Il futuro è legato alle nuove generazioni, a coloro che si stanno avvicinando ora a queste realtà: questa borsa è un piccolo tassello affinché la rete di protezione si mantenga vitale grazie alle nuove energie e nuove idee dei giovani scienziati”
Si potevano candidare i giovani scienziati con non più di 7 anni dal primo dottorato/specializzazione medica e con almeno due pubblicazioni originali. Ognuno ha presentato un progetto di ricerca per lo studio delle malattie infettive emergenti in ottica One-Health
Il finanziamento complessivo di 225.000 euro della Fondazione INF-ACT ha permesso di finanziare le borse da 15.000 euro per 15 vincitori, che attualmente svolgono attività di ricerca in 10 università e centri di ricerca del Centro-Nord e Sud Italia.
“Questi soldi consentiranno ulteriori passi avanti nella ricerca e nella messa in pratica di strumenti di difesa dalle malattie infettive emergenti. Ma quello che più ci rende orgogliosi è l’aver visto tante idee, stimolanti e ben strutturate che fotografano una generazione vivace di giovani ricercatori.” – conclude Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT.
Ecco i vincitori:
Georgia Diakoudi
Il progetto proposto mira a studiare un parvovirus (FeEPV) recentemente scoperto nei gatti domestici. Il parvovirus B19, che è noto per causare l’eritema infettivo nell’uomo, presenta analogie con il FeEPV. Lo studio prevede di concentrarsi sulla raccolta e la preparazione di campioni di gatti con sintomi correlati, impostare la diagnostica molecolare utilizzando la qPCR, arricchire e sequenziare genomi virali e tentare la coltivazione del virus. Inoltre, dovrebbe essere sviluppato un test ELISA per rilevare gli anticorpi e valutare la sieropositività nei gatti.
Perché è stato premiato
Seppure, al momento non ci siano prove che indichino che il nuovo parvovirus sia rilevante per la popolazione umana, l’argomento dello studio qui proposto è di particolare importanza in medicina veterinaria. La ricerca dovrebbe fornire approfondimenti sull’epidemiologia, le vie di trasmissione e sul potenziale ruolo patogeno del virus, contribuendo così al progresso della medicina veterinaria e umana.
Breve CV
La dott.ssa Diakoudi ha conseguito la laurea e il master presso l’Università di Atene e il dottorato di ricerca (2020) in Salute Animale e Zoonosi presso l’Università di Bari. Dal 2020 è ricercatrice presso l’Università ed è specializzata in virologia e diagnostica molecolare. Il suo lavoro comprende l’ottimizzazione dei protocolli diagnostici e delle tecniche di sequenziamento
Michela Deiana
Il progetto mira a studiare l’evoluzione e le dinamiche intra-ospite del virus del vaiolo delle scimmie (MPXV) indagando la presenza e il ruolo di diverse sottopopolazioni virali nei singoli pazienti. Ciò sarà ottenuto analizzando campioni biologici di pazienti Mpox utilizzando l’NGS per identificare varianti a singolo nucleotide (SNV) e potenziali co-infezioni. Gli obiettivi di ricerca cercano di confermare e stabilire la frequenza delle sottopopolazioni virali, valutare il loro tropismo tissutale e associare SNV specifiche a presentazioni cliniche.
Perché è stato premiato
Il progetto punta a migliorare la comprensione dell’evoluzione dell’MPXV, migliorare la sorveglianza genomica e prevedere l’emergere di nuove varianti. L’idea affronta questioni che rimangono pertinenti nel contesto della recente epidemia del virus del vaiolo delle scimmie antropozoonotico.
Breve CV
Sarda di Nuoro, è ricercatrice presso l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, presso il Dipartimento di Malattie Infettive Tropicali e microbiologia. Con un dottorato di ricerca in Scienze della Vita e della Salute, la sua carriera si concentra su genomica e biologia cellulare, in particolare sulle infezioni virali e parassitarie.
Marta De Angelis
Il progetto si propone di studiare i meccanismi patogenetici associati ai cambiamenti dello stato redox intracellulare durante le infezioni virali respiratorie e il loro ruolo nel danno alla barriera epiteliale-endoteliale polmonare. A tal fine, lo studio prevede di valutare la modulazione delle vie antiossidanti mediate dal fattore di trascrizione Nrf2 e dall’enzima ACE2 in corso di infezione e la loro associazione con i processi infiammatori nei diversi compartimenti del tratto respiratorio, utilizzando colture cellulari primarie e modelli di co-coltura epitelio/endotelio.
Perché è stato premiato
I risultati del progetto contribuiranno all’avanzamento delle conoscenze sulla patogenesi dei virus respiratori e faciliterà l’identificazione di nuove strategie terapeutiche che mirano alle vie cellulari modulate dai virus con l’obiettivo di ridurre la severità dell’infezione. Il progetto qui presentato combina tecniche innovative di coltura cellulare per approfondire i complessi meccanismi alla base dell’interazione virus-cellula.
Breve CV
Ricercatrice nata a Roma, formata presso l’Università Sapienza, ha avviato una solida carriera in virologia e biologia molecolare. Il suo percorso formativo comprende un dottorato di ricerca in Scienze della Vita, incentrando i suoi studi sul ruolo dello stress ossidativo nelle infezioni da virus respiratori, identificando proteine cellulari modulate in corso di infezioni con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie terapeutiche contro virus respiratori come SARS-CoV-2 e il virus influenzale.
Jairo Alfonso Mendoza Roldan
L’obiettivo di questo progetto è quello di confermare la circolazione di Leishmania infantum e Leishmania tarentolae in ospiti non permissivi e isolare nuovi ceppi di questi protisti
Perché è stato premiato
Ottenere il genoma completo annotato di un eucariote si inserisce nel programma di ricerca INF-ACT.
Breve CV
Medico veterinario, nato a Barranquilla, Colombia, le cui attività di formazione e di ricerca sono incentrate sulla parassitologia e sugli agenti patogeni zoonotici (soprattutto rettili). Attualmente è RTDb presso il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli studi di Bari e Resident EVCP.
Ilaria Varotto Boccazzi
Il progetto ha l’obiettivo di studiare l’interazione tra parassiti del genere Leishmania e la mucosa intestinale, con una particolare attenzione alla risposta immunitaria. Il progetto contribuirà alla conoscenza delle patologie causate da questi parassiti, e in prospettiva allo sviluppo di nuovi metodi di controllo.
Perché è stato premiato
Il progetto può avere un impatto significativo da un punto di vista applicativo. L’utilizzo di organoidi murini 3D potrà aprire nuove prospettive nello studio delle leishmaniosi.
Breve CV
Nata a Milano, dal conseguimento della laurea al post-doc, la carriera universitaria della dott.ssa Varotto Boccazzi si è svolta presso l’Università di Milano. Attualmente è ricercatrice presso l’Università di Milano, occupandosi dello studio della risposta immunitaria in infezioni parassitarie causate principalmente dal parassita del genere Leishmania.
Ayda Khorramnejad
Il piano di ricerca è semplice e, sebbene lavorare con organismi vivi possa presentare sfide inaspettate: ampliare le conoscenze relative alla temperatura e alla fisiologia delle zanzare con agenti di biocontrollo come CFAV e agenti patogeni come gli arbovirus. Il riscaldamento climatico influenzerà la distribuzione delle zanzare e il rischio di trasmissione di arbovirus, ma l’effetto della temperatura sull’interazione tra zanzare e virus è poco conosciuto. Questo studio esamina come Aedes albopictus risponda a virus in condizioni termiche calde. Verranno studiati l’arbovirus Semliki Forest (SFV) e il virus CFAV, valutando se quest’ultimo possa limitare l’infezione da SFV. I risultati aiuteranno a prevedere meglio il rischio arbovirale e sviluppare strategie di controllo.
Perché è stato premiato
La comprensione degli strumenti di biocontrollo delle zanzare è di grande interesse, soprattutto nel contesto degli attuali cambiamenti climatici globali e dell’aumento delle malattie trasmesse da vettori. Il progetto si inserisce perfettamente nel programma di ricerca INF-ACT.
Breve CV
Ricercatrice presso l’Università di Pavia, si è trasferita in Italia dopo gli studi in Iran (Teheran), dove ha conseguito il dottorato di ricerca, e dopo aver lavorato come ricercatrice post-dottorato presso l’Università di Valencia. In questi 10 anni ha approfondito la biologia degli insetti e le tecniche di biocontrollo.
Stefan Milenkovic
Il progetto mira a sviluppare modelli di apprendimento automatico per fornire nuovi descrittori (raggio di proiezione, statistiche di dipolo) di proprietà molecolari, come la flessibilità e la solvibilità che, applicati a librerie di piccole molecole, possono consentire uno screening rapido di grandi database di composti alla ricerca di proprietà favorevoli in termini di accumulo e permeabilità nelle cellule batteriche.
Perché è stato premiato
Si tratta di un progetto innovativo che porta le tecniche di chimica computazionale nel campo della resistenza antimicrobica. Considerando che la generazione di questo tipo di descrittori richiede normalmente l’esecuzione di simulazioni di dinamica molecolare, gli strumenti di apprendimento automatico possono accelerare notevolmente gli approcci di screening virtuale e i programmi di scoperta di farmaci.
Breve CV
Fisico di 38 anni, nato a Leskovac in Serbia, specializzato in biofisica molecolare computazionale e modellazione molecolare. Dopo gli studi di fisica a Belgrado e il dottorato di ricerca a Berlino, attualmente all’Università di Cagliari come assistente professore.
Vittoria Marchioni Marchetti
Il progetto prevede la caratterizzazione molecolare tramite WGS degli isolati selezionati per lo studio, l’identificazione dei geni fosA/C2 e del loro contesto genomico, valutazione di specifiche mutazioni e previsione del loro effetto fenotipica, nonché la messa a punto di un test rapido per la determinazione della MIC della fosfomicina.
Perché è stato premiato
Il progetto mira a esplorare il “paesaggio” della resistenza alla fosfomicina tra gli Enterobatteri circolanti in Italia.
Breve CV
Nata a Ponte Dell’Olio (PC), dopo il dottorato di ricerca presso l’Università di Pavia, ha lavorato come ricercatrice in Repubblica Ceca a Plzen per 3 anni, approfondendo la conoscenza del sequenziamento WGS ed il suo utilizzo nell’antibiotico resistenza. Rientrata in Italia, ricopre il ruolo di rtdA PNRR presso l’Università di Pavia.
Costanza Vicentini
Questa proposta ha lo scopo migliorare la prescrizione di antibiotici da parte dei medici di medicina generale dell’area torinese, tramite un intervento formativo e un servizio di consulenza personalizzato.
Perché è stato premiato
Si tratta di un progetto realistico, “sul campo” che è pienamente coerente con la questione della resistenza antimicrobica e cerca di affrontare il ben noto problema dell’uso dell’abuso di antibiotici nelle cure primarie.
Breve CV
Nata a Torino, medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, attualmente è ricercatrice presso l’Università di Torino. È attivamente coinvolta in reti di sorveglianza epidemiologica nell’ambito delle malattie infettive a livello nazionale ed europeo, ha in corso collaborazioni con gruppi di ricerca sia in Italia che nell’UE.
Pietro Giacomo Vigezzi
Questa proposta ha lo scopo migliorare la prescrizione di antibiotici da parte dei medici di medicina generale dell’area torinese, tramite un intervento formativo e un servizio di consulenza personalizzato.
Perché è stato premiato
Si tratta di un progetto realistico, “sul campo” che è pienamente coerente con la questione della resistenza antimicrobica e cerca di affrontare il ben noto problema dell’uso dell’abuso di antibiotici nelle cure primarie.
Breve CV
Nata a Torino, medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, attualmente è ricercatrice presso l’Università di Torino. È attivamente coinvolta in reti di sorveglianza epidemiologica nell’ambito delle malattie infettive a livello nazionale ed europeo, ha in corso collaborazioni con gruppi di ricerca sia in Italia che nell’UE.
Letizia Santinelli
Il progetto si concentra sulla valutazione di eventuali differenze nella composizione del microbiota valutato mediante NGS in diversi distretti anatomici (orale, intestinale e periferico) durante le infezioni respiratorie virali (influenza, RSV e SAR-CoV-2), al fine di identificare specifiche specie chiave che possano essere considerate come biomarcatori di malattia; Inoltre, questo studio si propone di analizzare il ruolo del microbiota e del metaboloma nel delineare la relazione con le componenti dell’immunità innata, al fine di identificare nuovi bersagli terapeutici per ridurre l’alterazione delle risposte immunitarie e i livelli di infiammazione.
Perché è stato premiato
L’indagine sulle dinamiche del microbioma dell’ospite umano ha potenziali implicazioni per la diagnosi clinica e il trattamento dei pazienti e può anche contribuire a comprendere meglio le interazioni ambiente-microbo e microbo-microbo.
Breve CV
Nata a Roma, la dott.ssa Santinelli ha conseguito il dottorato di ricerca in “Innovation in Immuno-mediated and Hematological Disorders” nel 2021 e ora è ricercatrice presso Sapienza, Università di Roma e attualmente è iscritta alla Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia presso il medesimo ateneo. Le sue attività di ricerca sono incentrate sulla valutazione degli aspetti immunologici e virologici di diverse malattie infettive, e sull’analisi di marcatori sierologici di infiammazione e immunoattivazione che caratterizzano la patogenesi virale, per identificare marcatori predittivi di severità della malattia.
Serena De Vincenzo
Il progetto mira a valutare se l’utilizzo di farmaci nutraceutici può contrastare l’aumentato rischio di infezione, correlato al fumo di sigaretta, in soggetti affetti da malattie respiratorie croniche e quindi prevenire le frequenti esacerbazioni caratteristiche di queste malattie.
Perché è stato premiato
Il progetto risponde a un’urgente necessità di nuove strategie terapeutiche per ridurre i rischi di infezione nei pazienti con malattie respiratorie croniche. Inoltre, sarà sviluppato in modo sinergico all’interno del RN4 (Epidemiologia, Monitoraggio e Modellli Matematici (EPI-MOD) e RN5 (Nuova Strategie Terapeutiche) del programma di ricerca INF-ACT
Breve CV
La dott.ssa Di Vincenzo ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Palermo. Dal 2016 è una ricercatrice post-doc presso il CNR e studia i meccanismi di danno all’epitelio delle vie aeree innescati dal fumo di sigaretta nelle malattie respiratorie croniche.
Francesca Della Sala
L’obiettivo del progetto è sviluppare piattaforme antimicrobiche basate su biomateriali naturali per le malattie polmonari acute e croniche sfruttando le proprietà strutturali regolabili dei biomateriali. In particolare, verranno prodotte nanoparticelle di carbonio (Carbon dots) utilizzando l’acido folico come precursore principale, queste verranno incorporate in sistemi di rilascio a base di nanogel costituiti da acido ialuronico e chitosano.
Perché è stato premiato
In caso di successo, il progetto avrà un impatto significativo a livello scientifico, sociale ed economico. Raggiungerà inoltre obiettivi rilevanti per il programma di ricerca INF-ACT, in particolare per il settore RN5 (nuove strategie terapeutiche) e RN3 (antimicrobico resistenza)
Breve CV
È nata a Napoli, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università della Campania nel 2020, attualmente è ricercatrice a tempo determinato presso il CNR-IPCB. Il suo percorso formativo le ha fatto acquisire know-how e competenze nell’area dei biomateriali, in particolare nello sviluppo di sistemi polimerici e particellari a scopo terapeutico, e nella loro caratterizzazione chimico-fisica e biologica, utilizzando acido ialuronico come principale materiale biomimetico.
Riccardo Rigo
Il progetto proposto mira a sfruttare il 3′-UTR del virus del West Nile come bersaglio farmaceutico per lo sviluppo di una nuova strategia antivirale basata su peptidi. L’obiettivo è utilizzare approcci di phage-display per identificare peptidi in grado di legare questa specifica struttura dell’RNA virale, interferendo così con il ciclo replicativo del virus.
Perché è stato premiato
Il progetto proposto mira a sviluppare strategie farmaceutiche contro il West Nile Virus, che sono estremamente necessarie per combattere la crescente diffusione delle infezioni da WNV. Prendere di mira il 3′-UTR del genoma del WNV con strategie antivirali basate su peptidi è altamente innovativo e l’uso della tecnologia phage display a questo scopo è nuovo.
Breve CV
Riccardo Rigo nasce a Verona nel 1990. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Padova (2019), ha svolto il post-doc presso il CRCM (Centre de Cancerologie (Marsiglia) e il Central European Institute Technology- CEITEC (Repubblica Ceca). Dopo queste esperienze, torna in Italia e attualmente è RTD-A presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche e Farmacologiche dell’Università di Padova. È stato premiato con una MSCA-Individual Fellowship. È attualmente impegnato per individuare nuovi approcci farmaceutici per colpire il genoma del virus West Nile nell’ambito del programma INF- ACT.
Matteo Passerini
La terapia fagica può essere una soluzione per il trattamento delle ulcere cutanee contaminate e/o infette, una sfida clinica aggravata dalla scarsa penetrabilità degli antibiotici e dalla resistenza batterica. Il progetto prevede la raccolta di campioni batterici da pazienti con ulcere contaminate e/o infette per selezionare i fagi in grado di uccidere il batterio isolato e la valutazione in vitro dell’attività antimicrobica di questi fagi combinati con la medicazione Cutimed Sorbact.
Perché è stato premiato
La resistenza antimicrobica è una delle grandi sfide a cui siamo posti innanzi e la terapia fagica offre grandi potenzialità come strategia terapeutica adiuvante oppure alternativa. Applicandola alle ulcere cutanee infette si possono offrire nuove opzioni di trattamento in un momento in cui la resistenza agli antibiotici rappresenta una sfida globale crescente.
Breve CV
Sono nato a Brescia dove ho avuto il piacere di crescere ed affrontare i primi studi. Per l’Università di Medicina mi sono trasferito a Milano; qui dopo aver frequentato diversi reparti ed avere fatto una breve esperienza al King’s College di Londra in Trapianti di fegato, ho scelto di fare la tesi in Malattie Infettive all’Ospedale Sacco. Una volta laurato, ho proseguito il percorso iniziando la Scuola di Specialità in Malattie Infettive ad Unimi. Il mio periodo extra-rete è stato di 18 mesi alla Mayo Clinic, Rochester (MN). Dopo tale periodo, sono tornato in Italia per iniziare un contratto con Unimi come ricercatore.(30Science.com)