Valentina Di Paola

Sfide e prospettive per la malattia di Lyme

(23 Luglio 2024)

Roma – I medici dovrebbero approcciare in modo più integrato i pazienti che potrebbero contrarre precocemente la malattia di Lyme, una condizione che, se non trattata in tempo, può provocare problemi neurologici, artrite e una serie di difficoltà di varia natura. A descrivere una possibile strategia per individuare i soggetti più a rischio, gli scienziati della Rutgers New Jersey Medical School e della Stony Brook University, che hanno pubblicato un articolo sul New England Journal of Medicine Evidence. Il team, guidato da Steven E. Schutzer, ha proposto un metodo più efficace per riconoscere le infezioni da malattia di Lyme. Secondo le stime attuali, spiegano gli esperti, la malattia di Lyme o borreliosi, colpisce circa 476mila persone ogni anno, mentre in Italia è più rara, tanto che l’Istituto Superiore di Sanità conta circa un migliaio di episodi tra il 1992 e il 1998. La borreliosi può essere curata con antibiotici, ma il trattamento è più efficace se viene somministrato entro le prime settimane dall’infezione. Riconoscere la condizione, però, non è semplice, perché l’eritema migrante, una lesione cutanea che spesso viene considerata il segno distintivo dell’infezione, non emerge in tutti i pazienti e può essere confuso con la manifestazione di altre malattie. Attualmente, gli unici test approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) sono i test sugli anticorpi; possono volerci settimane o più prima che un paziente sviluppi una risposta immunitaria sufficiente rilevabile da questi approcci diagnostici. Nelle fasi iniziali, i pazienti potrebbero presentare una serie di sintomi simili all’influenza, ma senza sintomi respiratori, ad esempio febbre, mal di testa, dolori muscolari, articolari e affaticamento. Durante le prime settimane di una prima infezione da Lyme, la risposta anticorpale è solitamente negativa nei test convenzionali, ma se passa troppo tempo le l’efficacia del trattamento cala drasticamente. “Per adottare la nuova prospettiva – spiega Schutzer – è essenziale che i dottori abbandonino una concezione unilaterale sulla malattia di Lyme, bisognerebbe valutare i criteri di positività e considerare i fattori attenuanti quando si somministrano gli antibiotici. Il personale sanitario dovrebbe provare a capire se ci sono altre malattie correlate alla borreliosi”. “Per risolvere il problema delle tempistiche – continua l’autore – i medici potrebbero prelevare un secondo campione di sangue a distanza di pochi giorni. La possibilità di confronto potrebbe offrire una prospettiva importante sull’andamento di un’eventuale infezione”. Gli esperti ipotizzano che nel prossimo futuro saranno disponibili test più accurati, che permettano, ad esempio, di rilevare l’agente patogeno responsabile della malattia, ma per adesso la capacità di intervenire precocemente dipende solo dalle capacità diagnostiche del personale sanitario. “Fortunatamente – conclude Schutzer – le prognosi sono positive per la maggior parte dei pazienti con malattia di Lyme quando un medico attento riconosce la condizione. L’obiettivo del nostro articolo è anche quello di informare il personale sanitario, per fare in modo che sia più semplice individuare l’infezione al più presto e iniziare i trattamenti in una fase precoce della malattia”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).