Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Verso il cibo senza agricoltura col “burro” ricavato dalla CO2

(15 Luglio 2024)

Roma – Un nuovo tipo di grasso alimentare che non richiede animali o grandi aree di terra per essere prodotto potrebbe presto essere presto in vendita negli Stati Uniti, aprendo la strada ad altri cibi sintetici cin grado di eliminare agricoltura e allevamento come li conosciamo. È quanto emerge da un articolo pubblicato su “New Scientist”. La start-up statunitense Savor ha creato un “burro” ricavato dal carbonio, con un sistema termochimico più vicino alla lavorazione dei combustibili fossili che alla produzione alimentare. “Non c’è biologia coinvolta nel nostro processo specifico”, afferma Kathleen Alexander dell’azienda. Il loro burro è derivato dal carbonio presente nel carbone, nel metano o nell’anidride carbonica. L’industria petrolchimica utilizza tali input per creare syngas, una miscela di monossido di carbonio e idrogeno, che viene poi trasformato in idrocarburi a catena lunga in quello che viene chiamato processo Fischer-Tropsch. Savor prende questi idrocarburi e li ossigena per creare acidi grassi, prima di aggiungere glicerolo per formare trigliceridi, una forma di grasso. Per trasformarlo in burro, Savor aggiunge acqua e un emulsionante, prima di aggiungere infine beta carotene per il colore e olio di rosmarino per aggiungere un sapore “erbaceo”. I grassi sintetici potrebbero rivoluzionare il sistema alimentare fornendo calorie e liberando al contempo terreni per la conservazione e lo stoccaggio del carbonio, afferma l’Alexander. I prodotti realizzati in questo modo potrebbero anche fornire una fonte di cibo in caso di disastro ambientale. “Se ci fosse un’emergenza, questo potrebbe sfamare l’intero pianeta per un tempo molto lungo”, afferma L’azienda sta attualmente lavorando per ottenere l’approvazione normativa per il suo prodotto negli Stati Uniti. Ma l’Alexander suggerisce che il grasso alternativo di Savor potrebbe sostituire anche altri ingredienti, tra cui l’olio di palma e l’olio di cocco, che sono responsabili della deforestazione nei paesi tropicali . Un’analisi pubblicata l’anno scorso , di cui l’Alexander è coautrice, suggerisce che i grassi sintetici potrebbero avere un’impronta di carbonio inferiore della metà rispetto a quelli realizzati con sistemi agricoli. Se il processo di produzione di grassi sintetici fosse alimentato da energia rinnovabile e realizzato utilizzando il carbonio catturato come materia prima, potrebbe essere “notevolmente migliore di qualsiasi cosa stiamo facendo oggi in agricoltura”, afferma Steven Davis della Stanford University, autore principale dello studio. (30science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla