Valentina Di Paola

Scoperto un ormone che può rafforzare le ossa

(10 Luglio 2024)

Roma – Si chiama Maternal Brain Hormone, o CCN3, è un ormone che sembra in grado di mantenere le ossa forti e in salute, proteggendo le donne in allattamento dal decadimento osseo. A descriverlo sulla rivista Nature gli scienziati dell’Università della California a San Francisco e a Davis, guidati da Holly Ingraham. Il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello murino per comprendere le ragioni per cui le ossa delle donne che allattano restano forti e resistenti nonostante la fisiologica perdita di calcio, impiegato nella produzione di latte. “Nella ricerca biomedica – osserva Ingraham – spesso non si prendono in considerazione entrambi i generi sessuali quando si analizzano i modelli murini. Se non avessimo studiato gli esemplari femminili non avremmo mai raggiunto queste conclusioni. Il nostro lavoro evidenzia pertanto l’importanza di osservare modelli animali maschi e femmine per ottenere una comprensione completa della biologia”. Ad oggi, riportano gli esperti, oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di osteoporosi, un grave indebolimento delle ossa che può causare frequenti fratture. Le donne sono particolarmente a rischio di osteoporosi dopo la menopausa a causa del calo dei livelli dell’ormone sessuale estrogeno, che normalmente promuove la formazione ossea. Anche durante l’allattamento i valori di estrogeno sono più bassi, eppure le donne in allattamento non sembrano sperimentare difficoltà ossee particolari. Il gruppo di ricerca ha individuato CCN3 come fattore responsabile della salute delle ossa. In effetti, riportano gli autori, quando il gene produttore dell’ormone veniva silenziato, i topolini femmina in allattamento perdevano robustezza delle ossa, e i piccoli iniziavano a perdere peso. Sulla base di questa scoperta, il gene è stato chiamato Maternal Brain Hormone (MBH). Gli approcci mirati ad aumentare la produzione del CCN3 in esemplari diversi portavano a un aumento notevole della massa e della forza ossea dopo poche settimane. “Ci sono alcune situazioni – riporta Thomas Ambrosi, altra firma dell’articolo – in cui le ossa altamente mineralizzate possono rivelarsi più deboli, ma in questo caso l’aggiunta di MBH portava a tessuti ossei più forti e resistenti. Anche nei topi anziani, l’ormone sembrava ripristinare le fratture e contribuire alla guarigione delle ossa. Non siamo mai stati in grado di ottenere questo tipo di mineralizzazione e risultato di guarigione con nessun’altra strategia”. “La perdita ossea – conclude William Krause, collega e coautore di Ingraham – si verifica spesso nelle donne durante il post-menopausa, ma anche nelle sopravvissute al cancro al seno che assumono determinati bloccanti ormonali, nelle atlete più giovani e negli uomini anziani con frattura dell’anca. Nei prossimi step, speriamo di valutare il ruolo del CCN3 in tutti questi scenari. La speranza a lungo termine è quella di individuare un trattamento efficace per queste condizioni”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).