Lucrezia Parpaglioni

Mantenere lo stato prediabetico 4 anni dopo la diagnosi riduce il rischio di morte nel tempo

(9 Luglio 2024)

Roma – I pazienti a cui è stato diagnosticato il prediabete possono ridurre il rischio a lungo termine di morte e di complicanze sanitarie legate al diabete se ritardano l’insorgenza del diabete di soli quattro anni adottando una dieta equilibrata e svolgendo attività fisica. Lo rivela uno studio guidato da Guangwei Li, del China-Japan Friendship Hospital, pubblicato sulla rivista ad accesso libero PLOS Medicine. Il diabete di tipo II è associato a un aumento del rischio di morte e di disabilità e comporta un notevole onere economico per gli individui e le società di tutto il mondo. I cambiamenti nello stile di vita, come una dieta sana e una maggiore attività fisica, possono ritardare o ridurre il rischio di sviluppare il diabete fra le persone a cui è stata diagnosticata una ridotta tolleranza al glucosio, comunemente chiamata prediabete. Nello studio, i ricercatori hanno esaminato i risultati di salute di 540 persone prediabetiche che hanno partecipato al Da Qing Diabetes Prevention Study, una sperimentazione di sei anni condotta nella città di Da Qing in Cina, a partire dal 1986. I partecipanti appartenevano a un gruppo di controllo o a uno dei tre gruppi di intervento sullo stile di vita, che prevedevano di seguire una dieta sana, fare più esercizio fisico o entrambi. Lo studio ha seguito i partecipanti per oltre 30 anni. La squadra di Li ha determinato il rischio a lungo termine di morte, eventi cardiovascolari, come infarto, ictus o insufficienza cardiaca, e altre complicazioni legate al diabete per i partecipanti allo studio. Gli scienziati hanno scoperto che i soggetti che sono rimasti non diabetici per almeno quattro anni dopo la diagnosi iniziale avevano un rischio significativamente più basso di morire e di subire un evento cardiovascolare rispetto a quelli che avevano sviluppato il diabete prima. Questo effetto protettivo non è stato osservato nei soggetti che sono rimasti non diabetici per meno di quattro anni. Nel complesso, l’analisi suggerisce che quanto più a lungo una persona prediabetica può ritardare lo sviluppo del diabete, tanto migliori saranno i suoi risultati di salute a lungo termine. Tuttavia, anche solo pochi anni di mantenimento dello stato prediabetico possono produrre benefici per gli anni a venire. “Questo studio suggerisce che una maggiore durata dello stato di prediabete nelle persone con IGT, ovvero con valori di glicemia superiori alla norma, ha esiti positivi sulla salute e riduce la mortalità”, hanno dichiarato i ricercatori. “L’implementazione di interventi efficaci rivolti alle persone con IGT dovrebbe essere considerata come parte della gestione preventiva del diabete e delle complicanze vascolari correlate al diabete”, hanno concluso gli autori. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.