Roma – Frequentare le scuole più selettive dal punto di vista accademico non esercita un’influenza sui risultati scolastici degli alunni più intelligenti e validi. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Educational Studies. Le scuole selettive sono scuole finanziate dal governo alle quali possono iscriversi solo gli studenti più meritevoli. Gli alunni sostengono un esame di ammissione standardizzato. L’accesso alla scuola è riservato a coloro che raggiungono i punteggi più alti. Alcuni sostengono che le scuole selettive siano necessarie affinché gli studenti più brillanti possano raggiungere il loro pieno potenziale accademico e che consentano agli alunni di ottenere risultati superiori o uguali a quelli delle scuole d’élite negli esami di fine anno, ma senza le alte tasse richieste ai genitori. Pertanto, queste possono offrire ai bambini provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati un mezzo per ricevere un’istruzione di prima classe. Tuttavia, altri sostengono che le scuole selettive avvantaggino in modo sproporzionato i bambini di alto livello socioeconomico, i cui genitori possono permettersi un tutoraggio privato per prepararli agli esami di ammissione. “Gli studi dimostrano che i genitori desiderano iscrivere i propri figli alle scuole selettive, perché credono che questo aumenterà le possibilità dei loro figli di entrare in un’università prestigiosa e di ottenere un lavoro ben pagato e di alto livello”, ha affermato Melissa Tham, ricercatrice presso il Mitchell Institute della Victoria University di Melbourne, in Australia. Per scoprire se ci sono benefici associati alle scuole selettive, Tham e i suoi colleghi Shuyan Huo e Andrew Wade hanno seguito quasi 3.000 studenti del Longitudinal Surveys of Australian Youth, LSAY, un programma di indagine rappresentativo a livello nazionale che segue i giovani australiani per un periodo di 11 anni. L’indagine è iniziata quando gli intervistati avevano 15 anni nel 2009. Come si aspettavano i ricercatori, le scuole selettive riportate nello studio presentavano una percentuale più elevata di studenti con risultati accademici elevati, misurati in base ai punteggi di matematica e lettura. Tuttavia, all’età di 19 e 25 anni, le differenze tra i risultati scolastici e occupazionali dei ragazzi che hanno frequentato scuole selettive e quelli delle scuole non selettive sono state minime. Ad esempio, lo studio ha rilevato che, mentre l’81% degli studenti delle scuole selettive ha ottenuto un lavoro o un posto all’università a 19 anni, rispetto al 77,6% degli studenti delle scuole non selettive, questa differenza è scomparsa quando gli studenti sono stati abbinati in base a caratteristiche chiave, tra cui il retroterra socioeconomico, il sesso e la posizione geografica. A 25 anni, tutti i risultati tra studenti di scuole selettive e non selettive non erano significativi, tranne la soddisfazione generale della vita. Frequentare una scuola selettiva ha aumentato il punteggio di soddisfazione generale della vita di uno studente di soli 0,19 punti. Nel frattempo, gli studenti che hanno frequentato scuole non selettive avevano le stesse probabilità di andare a studiare all’università o di trovare un lavoro rispetto ai loro coetanei che hanno frequentato scuole selettive. “Questi risultati molto modesti indicano che frequentare una scuola accademicamente selettiva non sembra ripagare con grandi benefici per gli individui”, ha dichiarato Andrew Wade, coautore dello studio. “Sosteniamo che le scuole accademicamente selettive nel settore pubblico contraddicono i principi dell’istruzione inclusiva ed equa che sono alla base del sistema scolastico australiano”, ha aggiunto Wade. Secondo gli autori, la ricerca suggerisce che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se le scuole selettive offrono qualche beneficio agli studenti accademicamente capaci. “Piuttosto che modificare alcuni aspetti dei processi di iscrizione, riteniamo più utile condurre un esame approfondito e critico delle scuole completamente e parzialmente selettive e ridurre la selettività se non si riscontrano i presunti benefici”, ha concluso Huo. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Gli studenti intelligenti non hanno bisogno di frequentare scuole accademicamente selettive
(4 Luglio 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.