Roma – “Mettiamo a disposizione delle università pubbliche e degli ospedali i nostri progetti di sanità digitale insieme alla nostra tecnologia, studiata, prodotta e pagata dal privato. Il tutto gratuitamente, in una fase di sperimentazione, con l’obiettivo di creare integrazione tra sanità pubblica e privata. Siamo pronti a trasferire le nostre scoperte in tema di sanità digitale e gli strumenti di ultima generazione che riguardano la telemedicina. Per la sanità pubblica non ci sarà alcun costo”. L’offerta, rivolta alle istituzioni, è arrivata da Riccardo Starace, Ceo della Seven Holding, che controlla 11 società impegnate in ambito sociosanitario e produttrice di XTE, nuovo servizio di sanità integrata e digitale, il primo e unico in Italia e in Europa. “Offriamo gratuitamente al pubblico una tecnologia certificata, completamente made in Italy, che permette da subito di erogare servizi di assistenza. Quindi mettiamo a disposizione – continua – un sistema di sanità digitale e di telemedicina chiavi in mano. Grazie all’investimento continuo nella ricerca sostenuta con fondi privati abbiamo realizzato un centro per l’innovazione e lo sviluppo in tema di sanità digitale presso il quale lavorano quindici ricercatori internazionali. La nostra tecnologia permette l’integrazione di setting assistenziali diversi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, controllo dei parametri sanitari attraverso un device, centrale di ascolto, telemedicina, televisite, assistenza domiciliare e servizi poliambulatoriali, per rivoluzionare l’approccio all’assistenza. Abbiamo ancora una visione ospedalencentrica, per qualsiasi problema di salute siamo abituati a rivolgerci a strutture sanitarie, alla rete dell’emergenza-urgenza, ma la digitalizzazione dei sistemi ci può aiutare in una valutazione del paziente a domicilio, riducendo il carico per il sistema ospedaliero e gli accessi non necessari dei pazienti cronici ai pronto soccorso, restituendo centralità alla rete di prossimità rappresentata da medici di famiglia e farmacie”. Prosegue Starace: “L’innovazione sta cambiando il modo in cui viene fornita l’assistenza sanitaria consentendo di ripensare i modelli di presa in cura nell’ottica di una maggiore efficienza e accessibilità dell’assistenza – ha spiegato – La crescita per spesa digitale in Italia continua, nel 2023 è stata pari a 2,2 miliardi di euro ma i tassi di utilizzo della telemedicina sono ancora occasionali, per motivi tecnologici e organizzativi. Molti medici specialisti non dispongono ancora di strumenti digitali adeguati. Eppure alcuni dati recenti dimostrano come nell’ultimo anno solo l’8% dei pazienti ha utilizzato servizi di televisita con lo specialista e l’11% di telemonitoraggio dei parametri clinici, ma con un livello di interesse futuro ad utilizzare questi servizi vicina all’80%”. Secondo Starace “il contributo che può essere offerto dalla sanità digitale è rilevante ma è necessario continuare a investire in ricerca così da favorire lo sviluppo di format assistenziali che migliorino l’aspetto terapeutico. La sanità italiana può crescere soprattutto se si crea un’integrazione forte tra pubblico e privato che permetta di guardare in modo univoco all’innovazione, riducendo l’ospedalizzazione attraverso l’offerta di un’assistenza domiciliare integrata efficiente. Esistono già strumenti sofisticati e testati che ci consentono di intercettare i bisogni dei pazienti nelle loro case ma bisogna utilizzarli al meglio, integrandoli in un nuovo servizio assistenziale”.(30Science.com))
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Azienda privata offre tecnologia gratis a sanità pubblica
(3 Luglio 2024)
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