Lucrezia Parpaglioni

Scoperto il perché delle tante visualizzazioni di disastri ambientali

(3 Luglio 2024)

Roma  – Scoperte le motivazioni che spingono le persone a guardare filmati di disastri e fenomeni meteorologici estremi. Lo rivela uno studio condotto presso l’Università di Plymouth riportato su Environmental Hazards. I ricercatori hanno analizzato per la prima volta le motivazioni che spingono le persone a guardare questi streaming, che in alcuni casi avvengono anche per 12 ore alla volta. Negli ultimi anni gli eventi meteorologici estremi, come uragani e tempeste, sono aumentati sia per frequenza che per gravità. Ciò ha comportato un maggiore interesse da parte del pubblico, con conseguenti filmati spesso drammatici trasmessi in live-streaming su piattaforme come YouTube, TikTok e Discord. La ricerca si è concentrata sul live-streaming di tre eventi: l’uragano Irma nel 2017, l’uragano Ian nel 2022 e le tempeste Dudley, Eunice e Franklin nel 2022. Attraverso un’analisi dettagliata dei commenti degli spettatori, si è scoperto che le persone nelle aree colpite utilizzavano gli stream per discutere i consigli ufficiali ricevuti dal governo, come ad esempio sull’opportunità di evacuare. Altri sono stati attratti dagli stream perché avevano un precedente legame con la regione colpita. Per queste persone, guardare i filmati in diretta, che includevano il tempo per condividere messaggi di “speranza” che l’uragano o la tempesta passassero senza distruggere, era un modo per mostrare sostegno ai luoghi e alle persone colpite dall’evento. “Quando accadono cose drammatiche, sia che si tratti di fenomeni meteorologici estremi o di eventi come tornado o eruzioni vulcaniche, la gente si accalca per guardare”, ha detto Simon Dickinson, docente di Geohazards and Risk presso la School of Geography, Earth and Environmental Sciences dell’Università di Plymouth, che ha condotto la ricerca. “Si potrebbe pensare che si tratti solo di una forma di “gomito a gomito” online, e che le persone siano naturalmente attratte da eventi di calamità, ma, lo studio ha dimostrato che le motivazioni che spingono a guardare filmati di eventi meteorologici estremi sono più complesse”, ha continuato Dickinson. “I live-stream offrono l’opportunità alle persone presenti, vicine e lontane dall’evento di interagire in tempo reale”, ha spiegato Dickinson. “Il filmato diventa un indicatore che le persone usano per verificare la loro comprensione dell’evento, del funzionamento dei pericoli e come punto di raccolta online per condividere esperienze di avvenimenti simili”, ha osservato Dickinson. “Si tratta di una visione affascinante del comportamento umano, finora inesplorata” ha precisato Dickinson. La ricerca si è concentrata su nove live-stream degli uragani e delle tempeste del 2017 e del 2022, che hanno trasmesso un totale di 65 ore di filmati visti da oltre 1,8 milioni di persone. Durante questo periodo, sono stati lasciati oltre 14.300 commenti da 5.000 account, a testimonianza del fatto che i filmati incentrati su eventi di importanza nazionale o globale generano un coinvolgimento del pubblico superiore alla norma. Molti dei flussi erano canali webcam già esistenti che sono stati riutilizzati durante l’uragano o la tempesta, come le webcam che trasmettevano le condizioni delle spiagge o dei porti. In alcuni casi, le persone colpite hanno trasmesso in diretta le immagini delle telecamere di sicurezza o del campanello della propria abitazione. Lo studio dimostra che le persone sono desiderose di saperne di più sulla scienza che sta dietro a ciò che sta accadendo, evidenziando la necessità di ulteriori lavori che esaminino il modo in cui gli individui utilizzano le nuove tecnologie per dare un senso al rischio di pericolo. “Sebbene gli scienziati stiano migliorando la comunicazione del rischio, è molto più probabile che le persone discutano dei pericoli in contesti informali e relativamente poco moderati”, ha aggiunto Dickinson. “Gli avvenimenti di maltempo estremo sono importanti perché focalizzano l’attenzione delle persone e generano discussioni sui rischi, su come funzionano e su come ci colpiranno sempre più in futuro”, ha proseguito Dickinson. “Le nuove pratiche digitali, come il live-streaming, sono quindi importanti da comprendere perché non sono solo spazi di voyeurismo per i disastri” ha sottolineato Dickinson. “Sono piuttosto spazi di apprendimento, comunità e sostegno emotivo in un mondo che può sembrare sempre più instabile”, ha concluso Dickinson. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.