Valentina Di Paola

Se fumi o meno dipende dalla personalità

(5 Luglio 2024)

Roma –  Il comportamento legato al vizio del fumo dipende in gran parte dalla personalità, e fumatori di sigari e sigarette sono associati a tratti differenti. Questa bizzarra conclusione emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati della Universidade Catolica Portuguesa, in Portogallo, e della Western Governors University, negli Stati Uniti. Il team, guidato da Dritjon Gruda, ha valutato l’associazione tra i tratti della personalità del modello Big Five (apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo) e l’uso di sigari e sigarette. Nell’ambito dell’indagine, gli autori hanno considerato un campione di 9.918 anziani provenienti da 11 paesi europei. L’uso del tabacco, spiegano gli esperti, rappresenta ancora un’importante sfida globale per la salute pubblica, responsabile di oltre otto milioni di decessi ogni anno, compresi quelli attribuibili al fumo passivo.

 

Profili di personalità per fumatori di sigari e sigarette.
CREDITO
Gruda, McCleskey, 2024, PLOS ONE, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Studi recenti sottolineano il ruolo cruciale di fattori psicologici e tratti della personalità nel plasmare i modelli di consumo del tabacco. I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti con l’abitudine del fumo erano associati a punteggi più bassi di coscienziosità e gradevolezza e punteggi di estroversione più alti rispetto ai non fumatori. Gli studiosi ipotizzano che questi parametri possano riflettere una mancanza di autodisciplina e una carenza di lungimiranza in termini di salute, mentre la ridotta gradevolezza potrebbe spiegare perché i fumatori spesso persistono nonostante la disapprovazione della comunità. Allo stesso tempo, commentano gli autori, la maggiore estroversione potrebbe essere correlata alla natura sociale del fumo. In aggiunta, gli studiosi hanno scoperto che i fumatori di sigari tendono a mostrare livelli più contenuti di nevroticismo e una maggiore apertura rispetto a chi preferisce le sigarette, ma anche rispetto ai non fumatori. Motivazioni e contesti legati all’uso del tabacco, precisano i ricercatori, sono pertanto molto vari. Questi risultati, commentano gli scienziati, potrebbero essere importanti per la progettazione di interventi mirati per la sanità pubblica e le politiche sociali volte a contrastare l’uso del tabacco. Nei prossimi approfondimenti, concludono gli autori, sarà interessante valutare queste relazioni anche in coorti di partecipanti più giovani, indagando anche l’uso di prodotti come il tabacco masticabile, le sigarette elettroniche e lo svapo. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).