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Cervello, nuove tecniche diagnostiche RM aprono percorsi terapeutici per la sostanza bianca

(11 Giugno 2024)

Roma – Nuove tecniche di diagnosi basate sulla risonanza magnetica possono fornire utili informazioni sui processi di modificazione cui è soggetta la sostanza bianca, una rete di fibre nervose che permette lo scambio incessante e massiccio di informazioni nel cervello. Proprio la discussione  su questi nuovi scenari diagnostici sarà al centro del congresso “Incontri clinico-radiologici di neuroscienze “Michela Bonamini”. La tre giorni di dibattiti e formazione scientifica torna infatti sull’isola di Ponza, presso il Grand Hotel Santa Domitilla, dal 13 al 15 giugno 2024 per la sua XIV edizione.

“Molto utile nello studio della sostanza bianca sono in particolare le tecniche avanzate di RM e soprattutto la trattografia ottenuta con il tensore di diffusione: lo stiamo testando presso l’IRCCS San Raffaele dove utilizziamo queste informazioni per costruire un percorso riabilitativo personalizzato, quasi sartoriale” spiega il Dott. Alberto Pierallini, Direttore del Servizio Diagnostica per Immagini dell’IRCCS San Raffaele e organizzatore dell’evento. L’incontro, che vanta anche quest’anno il patrocinio del San Raffaele e dell’AINR – l’Associazione Italiana di Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica, è infatti una straordinaria occasione per presentare e condividere le novità sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico per i maggiori esponenti delle neuroscienze italiane, radiologi, neuroradiologi, neurologi e neurochirurghi.

“Nel cervello l’acqua libera negli spazi extracellulari ha dei movimenti casuali e quasi impercettibili ma che vengono in un certo modo orientati dalle barriere esistenti: si tratta, appunto, dei fasci di fibre della sostanza bianca” prosegue Pierallini. “Ricostruendo a colori e in maniera tridimensionale queste informazioni, attraverso l’imaging, si ottengono delle mappe dettagliate dei fasci o dei tratti cerebrali, in particolare del tratto cortico-spinale. Questa riproduzione può essere di grande aiuto per una corretta programmazione di un intervento neurochirurgico, perché mostra chiaramente l’eventuale infiltrazione o dislocazione da parte di un tumore. Inoltre consente di effettuare correlazioni con il danno neurologico dopo un ictus o un intervento neurochirurgico e fornisce importanti informazioni predittive sul recupero neuroriabilitativo” conclude l’esperto.(30Science.com)

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