Valentina Di Paola

Le trote nei fiumi inquinati da metalli sono geneticamente “isolate”

(3 Giugno 2024)

Roma –  Gli esemplari di trota che nuotano nei fiumi inquinati da metalli provenienti dalle vecchie miniere delle isole britanniche sono geneticamente distinti dalle altre trote. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Diversity and Distributions, condotto dagli scienziati dell’Università di Exeter e dell’Università di Cardiff. Il team, guidato da Jamie Stevens, ha esaminato le trote, scientificamente note come Salmo trutta, da 71 siti in Gran Bretagna e Irlanda. In queste regioni, spiegano gli esperti, molti fiumi contengono metalli provenienti dalle miniere dismesse. Anche se le trote nei fiumi inquinati da metalli sembrano sane, sono geneticamente distinte dagli esemplari che nuotano in ambienti puliti. La carenza di diversità in queste popolazioni, sottolineano gli autori, le rende infatti particolarmente vulnerabili a una serie di minacce.

Una trota fario
CREDITO
Daniele Osmond

“Le trote – sottolinea Stevens – trasportano un elevato carico di metalli, potenzialmente pericolosi per il loro organismo. Eppure, nei fiumi particolarmente inquinati sono emersi esemplari in grado di tollerare questa particolare fonte di inquinamento. La selettività che li ha portati ad adattarsi a queste criticità, però, riduce la diversità genetica, rendendo le trote molto vulnerabili ai cambiamenti futuri”. I tassi di isolamento genetico più elevati sono stati riscontrati nei fiumi caratterizzati da alti livelli di inquinamento e dalla presenza di barriere fisiche, come dighe e sbarramenti. “I pesci migratori d’acqua dolce – conclude Daniel Osmond, del Westcountry Rivers Trust, altra firma dell’articolo – sono diminuiti significativamente in molte aree e, sebbene le trote non siano considerate una specie minacciata attualmente, questa analisi rivela che potrebbero essere più in pericolo di quanto si pensasse in precedenza”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).