Lucrezia Parpaglioni

Nuova classe di vaccini promettente contro l’HIV

(16 Maggio 2024)

Roma  – Notevoli progressi nella progettazione di una nuova classe di vaccini contro l’HIV potrebbero offrire un’ampia protezione contro il virus. È quanto emerge da quattro nuove ricerche pubblicate questa settimana su Science, Science Translational Medicine e Science Immunology. “Gli studi esemplificano i progressi nella progettazione di vaccini contro l’HIV-1, e quanto appreso guiderà i programmi per l’induzione di anticorpi ampiamente neutralizzanti contro altri patogeni umani”, hanno dichiarato Rogier Sanders, dell’Amsterdam UMC e John Moore, dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Mentre l’epidemia di HIV entra nel suo quinto decennio, gli scienziati hanno investito tempo e risorse nello sviluppo di candidati vaccini efficaci contro il virus. Tuttavia, le autorità sanitarie non hanno ancora un vaccino funzionante e approvato che induca anticorpi ampiamente neutralizzanti, in grado di combattere i ceppi più comuni di HIV in circolazione. Una soluzione prevede un processo, chiamato germline targeting, in cui gli scienziati utilizzano una serie di proteine mirate dal sistema immunitario, note come immunogeni, per guidare e “innescare” le giovani cellule B durante la loro maturazione in siti, chiamati centri germinali, con l’obiettivo di indurre le cellule a produrre anticorpi ampiamente neutralizzanti contro l’HIV. Nel primo articolo, pubblicato su Science, Jon Steichen e colleghi hanno testato gli effetti protettivi di una nuova strategia di targeting germinale basata sul trimero N332-GT5, un componente dell’involucro virale dell’HIV. Sfruttando la microscopia crioelettronica, la squadra di ricerca ha dimostrato che il loro approccio è riuscito a innescare e potenziare le quantità di cellule B che secernono i precursori del BG18, un anticorpo ampiamente neutralizzante contro l’HIV, in un gruppo di otto macachi rhesus. Nel secondo studio di Science, gli scienziati hanno dimostrato di poter adescare le cellule B con l’N332-GT5, tramite mRNA, che è stato somministrato con nanoparticelle lipidiche. Distribuito a topi umanizzati, l’mRNA ha fornito sia l’immunogeno primario, o N332-GT5, sia due immunogeni aggiuntivi che hanno ulteriormente stimolato le cellule B bersaglio. Insieme, questi immunogeni hanno dato il via all’attivazione e all’espansione delle cellule B che secernono i precursori del BG18. Secondo i ricercatori, la loro strategia potrebbe ridurre i legami indesiderati fuori bersaglio. Nel frattempo, in uno studio, pubblicato su Science Translational Medicine, i ricercatori hanno progettato un nuovo immunogeno a nanoparticelle per potenziare i vaccini contro l’HIV mirati alle germi. Per prima cosa hanno innescato i topi con un immunogeno, chiamato eOD-Gt8 60mer, che in precedenza si era rivelato in grado di indurre i precursori di anticorpi ampiamente neutralizzanti anti-HIV di classe VRC01 in uno studio di fase 1. Dopo il priming, gli scienziati hanno vaccinato i topi con un altro immunogeno, chiamato core-g28v2 60mer, sia in forma di proteina che di mRNA, come “primo boost”. La squadra di ricerca ha scoperto che questo approccio prime-boost ha generato anticorpi di classe VRC01, precursori di anticorpi ampiamente neutralizzanti e che hanno bloccato pseudovirus simili all’HIV in coltura. Infine, in uno studio, pubblicato su Science Immunology, un gruppo di scienziati ha dimostrato di poter somministrare l’eOD-Gt8 60mer come immunogeno di priming iniziale tramite mRNA incapsulato in nanoparticelle lipidiche. I ricercatori hanno trasferito diverse linee di cellule B umanizzate nei topi per imitare la competizione tra le cellule B, che si verifica durante l’immunizzazione. La loro strategia di priming ha spinto le cellule B a diversificarsi, a partecipare ai centri germinali e ad acquisire mutazioni e caratteristiche necessarie per secernere anticorpi di classe VRC01. “I risultati forniscono una solida prova di concetto per i promettenti approcci mirati alla germinazione e il trimero N332-GT5 è ora in fase I di sperimentazione”, hanno concluso Sanders e Moore.(30Science.com) Lucrezia Parpaglioni

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.