Valentina Di Paola

Impollinatori, la minaccia principale è il cambiamento climatico

(16 Maggio 2024)

Roma –  Il cambiamento climatico rappresenta la minaccia principale per gli impollinatori, una classe di animali come vespe, bombi e farfalle, ma anche pipistrelli e uccelli, che giocano un ruolo centrale per la conservazione della biodiversità. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Centre for Agriculture and Biosciences International Reviews, condotto dagli scienziati dell’United States Department of Agriculture. Il team, guidato da Johanne Brunet e Fabiana Fragoso, ha esaminato il ruolo degli impollinatori e i rischi per la loro incolumità. I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte delle minacce agli impollinatori deriva dalle attività umane. Le popolazioni di questi preziosi animali, spiegano gli esperti, stanno diminuendo in tutto il mondo. Attualmente, l’85 per cento delle specie di piante da fiore e 87 principali colture si affidano a questi animali per la produzione di semi. Secondo la Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), circa il 16 per cento degli impollinatori vertebrati, come uccelli e pipistrelli, e il 40 per cento degli invertebrati, che comprendono ad esempio api e farfalle, sono a rischio di estinzione. “La nostra revisione – riporta Brunet – esamina i principali fattori associati al declino degli impollinatori e presenta strategie per ridurre gli impatti negativi conseguenti”. Tra le varie criticità, come la perdita dell’habitat, l’uso di pesticidi, la presenza di parassiti e agenti patogeni e l’inquinamento, il cambiamento climatico rappresenta, secondo gli scienziati, il motore principale legato ai rischi degli impollinatori. “La carenza di questi animali e della preziosa azione che svolgono – commenta Fragoso – porterebbe a una deviazione dell’alimentazione verso una preponderanza di grano, riso, avena e mais, tutte colture impollinate dal vento. L’uso diffuso di pratiche sostenibili in agricoltura e l’ulteriore sviluppo di strategie integrate di gestione degli impollinatori, strategie ecocompatibili, potrebbero preservare questi animali”. È fondamentale mitigare gli effetti negativi dell’impatto antropico sulla biodiversità, continuano gli scienziati, promuovendo strategie di gestione che integrino habitat naturali e sistemi agricoli. “Il cambiamento climatico – conclude Brunet – ha impatti negativi molto variegati sugli impollinatori e rappresenta la minaccia più difficile da controllare. Tuttavia, le sue conseguenze minacciano la sicurezza alimentare e la stabilità mondiale, ecco perché deve essere affrontato con priorità su scala globale”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).