Valentina Di Paola

Progettazione di farmaci contro il Parkinson dieci volte più rapida grazie all’Ia

(19 Aprile 2024)

Roma – L’intelligenza artificiale potrebbe accelerare di dieci volte la progettazione di farmaci per contrastare la malattia di Parkinson. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Chemical Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge. Il team, guidato da Michele Vendruscolo, ha utilizzato una strategia basata sull’apprendimento automatico per identificare i composti capaci di bloccare l’aggregazione dell’alfa-sinucleina, che si verifica in caso di Parkinson. Questa condizione, che si manifesta in oltre sei milioni di persone in tutto il mondo, causa difficoltà motorie e tremori, ma può colpire anche il sistema gastrointestinale, il sistema nervoso, il sonno, l’umore e le funzioni cognitive. Attualmente non esistono trattamenti efficaci e la malattia è associata a una disabilità significativa. In questo lavoro, i ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per esaminare un archivio di elementi e sostanze chimiche con milioni di voci. L’approccio ha permesso agli scienziati di individuare cinque composti promettenti. “I pazienti con malattia di Parkinson – spiega Vendruscolo – sono correlati a un accumulo di determinate proteine, che impediscono alle cellule cerebrali di funzionare correttamente. Per contrastare la condizione è importante identificare molecole in grado di inibire l’aggregazione dell’alfa-sinucleina, ma si tratta di un processo estremamente dispendioso in termini di tempo. L’individuazione di un solo candidato potrebbe richiedere mesi o addirittura anni”. Per superare questo limite, gli studiosi hanno sviluppato un metodo di apprendimento automatico per esaminare i composti chimici. “Siamo stati in grado – aggiunge il ricercatore – di addestrare il modello a identificare le regioni specifiche sulle molecole in cui può avvenire il legame con l’alfa-sinucleina. L’intelligenza artificiale ci permette di compiere notevoli passi in avanti nella ricerca dei farmaci, riducendo notevolmente tempi e costi”. “Nei prossimi step – conclude Vendruscolo – valuteremo i cinque composti individuati. Grazie a questo approccio, è possibile lavorare su diversi programmi di indagine, piuttosto che su uno solo. È davvero entusiasmante”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).