Roma – Gli effetti del Covid-19 non sono unicamente da ricercare nei sintomi manifestati nella fase in cui si contrae il virus, bensì anche nelle fasi successive alla guarigione, quando problemi di natura fisica e psicologica possono presentarsi in seguito a complicazioni dovute all’infezione virale.
Il problema del “long covid”, ovvero delle conseguenze a lungo termine prodotte dall’aver contratto il virus è uno dei principali studi intrapresi dal progetto europeo Orchestra, Connecting European Cohorts to Increase Common and Effective Response to Sars-Cov-2 Pandemic.
Progetto lanciato nel 2020, finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea, divenuto una rete internazionale coordinata dall’università di Verona.
Con 37 partner provenienti da 15 paesi il progetto è stato in grado di raggruppare conoscenze e risorse con l’obiettivo di fronteggiare gli ostacoli posti dalla pandemia.
Orchestra è impegnato nell’analisi e nello studio degli effetti a lungo termine del Covid-19 e di come questi incidano sulla salute delle persone, in modo tale da poter intervenire in maniera mirata nella risoluzione delle problematiche legate alla complicazione del virus.
Obiettivi futuri, in questo senso, sono il perfezionamento delle strategie di vaccinazione e l’estensione del periodo di osservazione e follow-up nei pazienti con long Covid, così da migliorare la classificazione della sindrome post-Covid e della sua forma severa.
Il progetto si occupa anche delle misure adottate per tutelare la salute pubblica, con particolare riguardo per alcuni gruppi di interesse, quali gli operatori sanitari e i pazienti fragili, i primi, coinvolti in prima linea, i secondi, più vulnerabili.
In quest’ultimo caso, risultano rilevanti gli studi sulle vaccinazioni: in programma per il prossimo anno vi è infatti l’analisi della risposta immunitaria a lungo termine della vaccinazione contro il Covid -19 in pazienti fragili.
A tutto ciò si aggiunge lo studio degli effetti psicologici a lungo termine legati al virus e la relazione tra la risposta al vaccino e le infezioni da Covid -19 negli operatori sanitari.
I due punti forza del progetto Orchestra, come ci ricorda Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di Malattie infettive dell’ateneo di Verona e coordinatrice del progetto, sono “il costante lavoro di armonizzazione dei dati, che permette di avere una visione più chiara delle problematiche legate alla pandemia a livello internazionale, e la collaborazione con diverse coorti (gruppi di individui o pazienti), che consente di condurre analisi e meta-analisi che si rivelano estremamente efficaci”.
L’incontro annuale dei partner si è tenuto lo scorso 7 novembre, ed è stato possibile in questo frangente fare un bilancio dei risultati ottenuti finora: 59 articoli scientifici, 66 report alla Commissione Europea, accettate quasi 20 brevi comunicazioni per presentazioni scientifiche e conferenze, mostrando quanto la comunità scientifica abbia apprezzato il lavoro svolto dal gruppo.
Tutti i partecipanti hanno rinnovato l’impegno a far parte di questo progetto, la cui durata è stata estesa di 12 mesi, desiderando di contribuire a una maggiore comprensione dell’impatto pandemico al fine di migliorare i servizi politici-sanitari ad esso adibiti.
Nel 2024, sempre con l’obiettivo di tutelare la sanità pubblica, Orchestra manterrà la sua attuale infrastruttura che utilizza l’intelligenza artificiale e gli strumenti di analisi per la condivisione dei dati, questi ultimi divulgati anche ad altri gruppi di ricerca europei.(30Science.com)