Roma – Comprendere come l’interazione tra materia e buchi neri supermassicci alimenti i motori più potenti dell’universo, i cosiddetti “Nuclei Galattici Attivi”: questo l’obiettivo di un ambizioso progetto a guida italiana che ha recentemente ottenuto 1,5 milioni di euro grazie ai fondi degli Starting Grant dell’European Research Council (ERC). Il ricercatore a capo del progetto è Mattia Sormani, 35 anni, originario di Sormano un piccolo paesino in provincia di Como che ha ottenuto i fondi in collaborazione con la Ruprecht-Karls Universität Heidelberg, Germania, e che attualmente è lecturer presso l’Università del Surrey, GB. “Una delle questioni irrisolte più importanti dell’astrofisica moderna – spiega Sormani – è capire come la materia venga trasportata dalle zone esterne delle galassie (a decine di migliaia di anni luce dal centro) fino alle zone centrali (a meno di un anno luce dal centro) dove in quasi tutte le galassie si trova un buco nero supermassiccio. La materia che raggiunge i buchi neri supermassici alimenta i motori più potenti dell’universo, i cosidetti “Nuclei Galattici Attivi”, che rilasciano enormi quantità di energia e plasmano la formazione e l’evoluzione delle galassie che li ospitano.” “L’idea alla base del progetto – continua – è di usare la nostra Galassia, la via Lattea, come modello per capire in dettaglio questo processo. Il vantaggio è che vivendoci dentro possiamo osservarla molto più in dettaglio di qualsiasi altra Galassia, si pensi ad esempio che il centro della nostra Galassia è centro volte più vicino di quello di Andromeda, che è la galassia più vicina a noi se escludiamo la Via Lattea. Nel mio progetto, svilupperò modelli teorici innovativi e userò dati osservativi di ultima generazione per comprendere in dettaglio il trasporto di materia verso il centro.” Sormani porta al progetto, oltre alle sue competenze nella materia di studio, l’esperienza maturata in una carriera di studio assai brillante, svolta tra istituti di eccellenza tra l’Italia e l’estero: “Ho conseguito la Laurea in Fisica Teorica alla Scuola Normale di Pisa nel 2012 – ci ha raccontato – e il dottorato in Astrofisica all’Università di Oxford nel 2016. Dopo il dottorato, ha lavorato come consulente manageriale per Bain & Company a Milano, ma dopo sei mesi ho deciso di dedicarmi all’astrofisica e ho iniziato a lavorare come ricercatore all’Università di Heidelberg. Nel 2022 la Royal Society mi ha assegnato un finanziamento di 1,1 milioni di sterline (circa 1,3 milioni di euro) per creare un gruppo di ricerca indipendente all’Università di Oxford per studiare la “struttura e la dinamica del nucleo della Via Lattea”. Nel 2023 ho trasferito il finanziamento all’Università del Surrey, dove sono assunto a tempo indeterminato come Lecturer e Royal Society University Research Fellow.” (30science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
ERC Grants, un progetto a guida italiana per scoprire i misteri dei “motori dell’Universo”
(4 Ottobre 2023)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla